FABBRICANTE DI LACRIME, di Erin Doom (Magazzini Salani – maggio 2021)
Siete pronte giovani e meno giovani amiche, e perché no amici, a imbarcarvi in una storia romantica e adolescenziale?
A entrare nella favola del Fabbricante di lacrime senza storcere il naso?
“Fabbricante di lacrime” è un libro che mi è capitato per caso, consigliato da una mia giovanissima amica che conosce la mia passione per ogni tipo di lettura.
– Leggilo e poi dimmi che ne pensi –
Ebbene ho letto “Fabbricante di lacrime” – spinta dalla curiosità del titolo e dalla sinossi – in questo momento vuoto e sconsolante del dopo feste natalizie.
E pur sapendo di trovarci personaggi stereotipati, sdolcinature infantili, frasi fatte e situazioni al limite del genere harmony, in questi giorni di freddo e pioggia (mai ha piovuto tanto quest’anno a Palermo) mi sono immersa nella favola di Nica e Rigel consapevole di poter sognare a occhi aperti. Perché, cari amici, io sono anche quella personcina che si è nutrita di storie alla Candy Candy, che ha visto più di una volta Pretty woman, e che, per quanto la prenderei a schiaffi, ama Cenerentola. Sono quella personcina che ha bisogno più spesso che mai del “lieto fine” sebbene la vita poi continui e sappiamo tutti dove va alla fine a parare. Che crede alla potenza della musica, all’avvolgente sensazione dei profumi.
Che vi posso dire allora?
Mi è piaciuto perché non ho avuto aspettative esistenziali, pragmatiche e filosofiche, perché l’ho letto con l’intento di sognare, per risvegliare quella parte di me, quella della mia lontana gioventù dove ogni sentimento era ampliato nel cuore con brividi e desideri, quella parte di me ignara che dopo “e vissero felici e contenti” la vita continua implacabile e inesorabile e brutale. Mi sono immersa nella favola di Cappuccetto rosso e il lupo, bambina e lupo che camminano fianco a fianco mano e zampa; nella favola La Bella e la Bestia, dove nessun incantesimo alla fine viene infranto e tuttavia l’amore trionfa lo stesso a scapito delle apparenze.
Del resto se insistiamo a credere, almeno per pochi giorni, alla magia del Natale fatto di luci e stelle, se insistiamo a credere in un Dio buono e protettivo possiamo credere nelle favole allontanandoci dalla banalità e volgarità dell’esistenza e riscattandoci con le armi della dolcezza e dell’amore dal male subito e far trionfare, almeno per una volta, il bene.
Siamo fatti di stelle. E pur sapendo che tali stelle sono formate da materia ordinaria (solida, liquida o gassosa) e splendono di luce riflessa, globi di plasma alimentati dalle reazioni termonucleari che avvengono nel loro nucleo, insistiamo ad alzare gli occhi in cielo e a cercarle per ammirare quei piccoli tremolii di luce che ci fanno rabbrividire sognando; insistiamo nel credere che quelle stelle fanno parte di un mondo fantastico, incredibilmente luminoso, immenso che prima o poi ci avvolgerà trasformandoci in principesse o principi di luce.
E crediamo con tutte le nostre forze che in quel lontano sfarfallamento di luci, costellazioni in un universo nero, ci sia un eterno “lieto fine”.
Nonostante nella realtà siamo nel contempo principesse e streghe, principi e orchi, lupi e agnelli in continua lotta contro noi stessi e il mondo, nelle favole tutto si semplifica poiché riusciamo ad annientare il male e le lacrime alla fine da amare diventano dolci nella gioia del trionfo.
Abbiamo bisogno di favole altrimenti spegniamo la nostra umanità relegandola nell’inerte e razionale mondo di automi.
Abbiamo bisogno di quella farfalla (Nica è il nome di una farfalla) che con il solo sbattere di ali smuove la montagna. Abbiamo bisogno che la luce della settima stella denominata Rigel (nome anche del protagonista) della costellazione di Orione brilli solo ed esclusivamente per noi. Dobbiamo credere, almeno una volta, di vivere dentro una favola altrimenti tutto non ha senso.
“Fabbricante di lacrima” è un romanzo delizioso apparso su wattpad e in poco tempo ha raggiunto 6 milioni di letture conquistando il cuore del pubblico. Per questa ragione è stato pubblicato in forma cartacea da Salani.
La scrittura è scorrevole sebbene presenta ripetizioni soprattutto nell’ossessiva descrizione di Rigel da parte di Nica. Ma già, gli occhi dell’amore non si saziano mai dell’oggetto del loro desiderio! Perdoniamo ciò alla giovane autrice.
Presenta discreti plot twist in grado di ravvivare l’interesse dei lettori. E morbide citazioni a inizio di ogni capitolo.
“Ognuno di noi ha il suo fabbricante di lacrime. È quella persona in grado di farci piangere, di renderci felici o di straziarci con un’occhiata. È quella persona dentro di noi, ha un posto talmente importante da farci disperare con una parola, o emozionare con un sorriso. E non puoi mentire. Non puoi mentire a quella persona, perché i sentimenti che ti legano a lei vanno al di sopra di qualsiasi menzogna. Non puoi mentire al fabbricante di lacrime. Sarebbe come mentire a te stesso…
Perché piangere significa sentire. Nelle lacrime si cela l’amore, e il più compassionevole degli addii. Sono la più intima estensione dell’anima, ciò che, più di gioia o felicità, fa sentire veramente umani”
Qui di seguito la sinossi
“Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si raccontano da sempre storie e leggende a lume di candela. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano dagli occhi chiari come il vetro, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole tetre dell’infanzia. Il suo sogno più grande, infatti, sta per avverarsi. I coniugi Milligan hanno avviatole pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, scaltro, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare, ma il suo aspetto angelico cela un’indole oscura. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune di dolore e privazioni, la convivenza tra loro sembra impossibile. Soprattutto quando la leggenda torna a insinuarsi nelle loro vite e il fabbricante di lacrime si fa improvvisamente reale, sempre più vicino. Eppure Nica, dolce e coraggiosa, è disposta a tutto per difendere il suo sogno, perché solo se avrà il coraggio di affrontare gli incubi che la tormentano, potrà librarsi finalmente libera come la farfalla di cui porta il nome”
Bellissima recensione, appassionata e sincera, ti ringrazio. L’ho letta davvero volentieri.