CERCAMI, di Andre Aciman
Davvero, quando è stata l’ultima volta?
Chi è questo Samuel? Certo, il padre di Elio. Mi sembra diverso da come lo ricordavo, e questo mi spiazza.
I dialoghi mi appaiono troppo forzati e costruiti. Le situazioni banali e infantili e il racconto non arricchisce nulla.
Ho delle aspettative altissime di cui devo liberarmi prima di proseguire nella lettura, mi dico.
A che punto siamo?
Sono passati 20 anni.
Samuel e’ in treno da Firenze a Roma dove Elio vive e fa il pianista, ed è in procinto di trasferirsi a Parigi.
In treno incontra e conosce Miranda: è da qui che iniziamo a rivivere Elio e Oliver, si riaffaccia la nostalgia di quell’estate di tanti anni prima in Riviera.
“E a quel punto disse una cosa che mi fece capire quanto fosse più coraggiosa di me, e allora il cuore prese a battermi all’impazzata perché non me lo aspettavo, non me lo dimenticherò mai.
Allora, come ci organizziamo? mi chiese.
Nessuno mi aveva mai rivolto parole così esplicite, quasi brutali.”
Ogni capitolo ci fa viaggiare in un luogo diverso: Roma, New York, Parigi, Alessandria.
A Parigi Elio farà un incontro importante.
E Oliver? E’ a New York che lo ritroviamo, docente universitario, sposato, due figli. Sembra felice, sereno, e pensa che “siamo sempre gli stessi, non ci siamo allontanati. Siamo sempre gli stessi, non ci siamo persi.”
Ritorna quella musica, la sua musica, suonata per lui al piano, “ è Bach come l’ho trascritto io”, quella melodia struggente e familiare rievoca ricordi sopiti ma mai dimenticati.
E mentre mi perdo nella lettura, nel ricordo del precedente romanzo letto qualche anno fa e che forse pensavo di ritrovare in questo, mentre cerco di razionalizzare la delusione che sento crescere accompagnata da un po’ di rabbia, Aciman finalmente ritorna. Riconosco la poesia e il non detto, la musica e le distanze.
Ed anche se come allora non tutte le scelte mi rendono felice, mi sento nuovamente partecipe di una storia che era mancata, come se avessi perso le tracce di persone che sentivo vicine e che osservavo non vista. E che ho finalmente ritrovato. Perché le storie non possono restare in sospeso per sempre. Neanche quelle narrate nei libri.
“Non sono forse questi i due scenari peggiori? Da un lato ciò che sarebbe potuto accadere ma non è mai accaduto, dall’altro ciò che potrebbe ancora accadere anche se non nutriamo più speranze.”
Buone prossime letture
Recensione di Mariangela Aurilia
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