CAFFÈ AMARO, di Simonetta Agnello Hornby (Feltrinelli)
“ La morte può essere un atto d’amore.
Si può morire di felicità: è una scelta,
se lo si vuole”
Le vicende di Maria Marra si muovono in uno sfondo storico accuratamente ricostruito e che abbraccia un periodo di tempo che va dalla fine dell’800 alla prima metà del 900. L’input alla stesura e al titolo è arrivato direttamente dalle vicende private della nonna dell’autrice alla quale, il giorno del suo fidanzamento ufficiale, venne offerto il caffè sbadatamente non accompagnato dallo zucchero. Questo arrivò troppo tardi e solo quando lei aveva già svuotato la sua tazzina. Da quel giorno, nella famiglia, si stabilì che lei bevesse il caffè amaro e, nonostante fosse amante dei dolci, il caffè amaro era l’unica cosa non zuccherata che ormai si era abituata ad assumere. Un episodio che ritroveremo nel libro e che diventerà l’emblema della crescita interiore della protagonista quando, diversi anni dopo, in piena maturità, si deciderà a dichiarare i suoi gusti e a pretenderlo non solo zuccherato ma… molto zuccherato.
La Hornby, desiderosa di scrivere e raccontare la storia di una ragazza siciliana, trova in Maria la protagonista indiscussa e assoluta di tutto il libro: bella, dai tratti regolari, una bocca carnosa, folti capelli castani e con degli occhi scuri capaci di operare una malia in tutti quelli che incrociavano il suo sguardo, nessuno esente, né l’amico d’infanzia e fratello adottivo Giosuè né il “baronello” Pietro che appena la vede ne resta incantato e la vuole ad ogni costo. Maria, figlia di un avvocato socialista squattrinato, viene quindi data in sposa per interesse a Pietro Sala, molto più grande di lei per età ma ricco possidente di palazzi e miniere di zolfo, amante delle donne e ossessionato dal gioco, disposto a rinunciare alla dote pur di sposarla e di avere dei figli da lei.
Maria e Pietro vivranno una vita meno infelice di quello che si potrebbe immaginare da queste premesse, anche se il vero amore e la vera passione arriveranno per Maria solo negli anni della sua piena maturità. Gli altalenanti eventi della vita di Maria e della sua famiglia, perché questa è una vera e propria grande saga familiare, andranno di pari passo con gli avvenimenti storico-politici e socio-economici dell’Italia e in particolare della Sicilia: due guerre mondiali, l’avvento del fascismo con il suo carico di leggi razziali e persecutorie, il colonialismo rivelatosi alla lunga un fallimento, la miseria dilagante (bellissime e terribili le pagine dedicate ai “carusi” delle miniere di zolfo), il problema dell’emigrazione, il profondo divario tra l’economia del Nord e del Sud, un divario che sembra non essersi mai colmato neanche al giorno d’oggi.
Maria, donna forte e determinata, per quanto è possibile esserlo nella condizione femminile dell’epoca, crede fermamente al rispetto di se stessa e pretende di essere libera di cercare la propria felicità senza accampare nessun diritto su di essa, non sottraendosi mai al sacrificio e coltivando la percezione di sentirsi sempre indipendente anche quando dovrà piegare il capo davanti alle situazioni imprevedibili o probabili che dovrà affrontare.
Non è donna che schiva le responsabilità, non è donna che non curi l’apparire alla società: la famiglia da tenere unita è importantissima, i figli sono la luce dei suoi occhi, i suoi desideri di “femmina” devono essere soddisfatti anche ricorrendo al sotterfugio, le malelingue della parentela e del paese tenute a freno, la cattiveria quasi da compiangere, la generosità da coltivare sempre, la fermezza delle decisioni da mantenere, la pietà e l’amore sempre presenti nello sguardo così come una sorta di insincera sincerità che senza negare ma senza rivelare le permetterà di mantenere i segreti più profondi della sua vita privata.
Un romanzo che ti avvolge con lenta sensualità, un romanzo “d’altri” tempi, una prosa agevole e veloce che si serve di periodi anche molto brevi che fanno volare la lettura. La grande ricerca storica che si intravede alle spalle di questo grande affresco e personaggi ben tratteggiati e descritti, trascinano all’interno di questo secolo ricco di avvenimenti di fondamentale importanza e dentro le vite degli uomini e delle donne che lo sperimentarono senza risparmiarsi in sentimenti ed emozioni, senza graziarsi dal dolore, cogliendo ogni attimo di gioia possibile, fino alla fine.
Recensione di Maristella Copula
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