BREVE STORIA AMOROSA DEI VASI COMUNICANTI, di Davide Mosca
“Forse di tutta quella storia sarebbero rimaste solo due cose: che non ci eravamo mai detti di amarci e che non avevamo fatto altro tutto il tempo.”
Ci troviamo nei primi anni 2000, in Liguria. I protagonisti sono Remo e Margherita, detta Margot: lui ha 24 anni e lei frequenta l’ultimo anno di liceo. Remo pesa più di 100 kg e Margherita ne pensa meno di 50. I due si conoscono all’Atene: un locale poco frequentato, abbrutito dalla miseria.
Remo non trova più un senso alla sua vita: ha abbandonato l’università, la sua fidanzata l’ha lasciato e il suo lavoro da scrittore non decolla. Il suo unico sollievo è mangiare, mangiare tantissimo, fino a non sentire nemmeno più i sapori dei cibi che ingurgita ormai senza freni.
Figlia di due ristoratori liguri, Margherita trova grande soddisfazione nell’aiutare i genitori al ristorante di famiglia e ad appuntarsi su un taccuino tutte le calorie che ingerisce.
I due si piacciono sin dal primo istante ma non se lo dicono: Remo è affascinato dal carattere forte di una ragazza così minuta come Margherita e lei è innamorata della tranquillità che emana quel ragazzo così grande.
La trama si sviluppa attraverso le giornate che i due ragazzi trascorrono assieme, condizionate dai loro umori ballerini, dovuti alle loro patologie alimentari.
Il finale è il risultato di duecento pagine di avventure sentimentali che riescono a essere introspettive e molto dolci allo stesso momento, senza mai cadere nella banalità di scene amorose già viste e riviste. L’unica pecca che si riscontra è il finale già anticipato sul retro di copertina anche se, come qualsiasi viaggio che si rispetti, importante è il cammino che viene fatto per raggiungerlo.
“Breve storia amorosa dei vasi comunicanti” ci porta a riflettere sugli standard estetici con i quali si confrontano ogni giorno i giovani d’oggi: ammaliati dagli influencers sui social networks, si sentono brutti e si isolano considerandosi privi di qualità. Con questo romanzo, Davide Mosca, ci insegna che non è come appariamo ma come siamo che conta veramente e che il vero amore non è per tutti ma per chi sa cercarlo oltre l’apparenza.
Recensione di Veronica Tati
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