AJAJA = AYEEYO PAROLE CHE UNISCONO IL MEDITERRANEO
dell’Associazione culturale Chine Vaganti
Ajaja Ayeeyo e Pane Carasau
È buon gusto che se un ospite, prima di partire, chieda “Cosa posso portarti?” si risponda “Non preoccuparti, non portare niente!”.
Jean, che vive in Sardegna, è stato ospite a casa mia qualche settimana fa.
Sì, prima di partire me l’ha chiesto: “Cosa posso portarti?”.
Non ho avuto dubbi su cosa rispondere: “Non preoccuparti, non portare niente! Ma… hai spazio per un pochino di Pane Carasau?”.
C’erano due pacchetti, per me, nel suo bagaglio a mano. Nel primo, un libro.
Indovino facilmente: insieme ad altri, lui lo ha illustrato.
Non faccio in tempo a leggere il titolo, mi spiega subito che “Ajaja” e “Ayeeyo” sono due parole che pur appartenendo a due mondi distanti fra loro significano entrambi “nonna”. E questo incontro di parole svela già il gusto e il significato del libro…
“Ajaja = Ayeeyo. Parole che uniscono il Mediterraneo”, dell’Associazione culturale Chine Vaganti, abilmente illustrato, accoglie e raccoglie alcune storie romanzate tratte dai racconti di alcuni migranti.
Ricco di spunti di riflessione sulle condizioni di partenza, di viaggio e di arrivo degli uomini, delle donne e dei bambini che giungono in Italia, racconta i loro sogni, le loro speranze e le loro paure, il loro percorso verso una nuova vita.
È un libro che svela, ancora una volta, che il dialogo è alla base della conoscenza e che è sulla conoscenza che si fonda la condivisione di esperienze, idee, sentimenti, affetti, bisogni e sogni. La condivisione avvicina ed è la chiave per scoprire l’altro e per accogliere nuovi punti di vista, di trovare punti di contatto.
Gli autori dei racconti possiedono una penna semplicemente divina, capace di far emozionare e di far risuonare ogni parola. Anche quelle più difficili da leggere e da accettare.
Le illustrazioni, che svelano l’altissima classe e capacità degli autori, impreziosiscono i racconti, già capaci di richiamare immagini e definiscono emozioni, colori, volti, svelano un dettaglio di quelle storie così strettamente legate fra loro.
Le scelte grafiche e stilistiche, semplici ed eleganti, sono curate nei minimi dettagli: dai colori dominanti nelle illustrazioni delle tre parti -l’Africa, il Mediterraneo, l’Europa- in cui il libro è delicatamente suddiviso, alla scelta delle voci narranti.
Nel secondo pacchetto c’era, come speravo, dell’ottimo Pane Carasau.
Fogli di pane, fogli di carta…
No, è soltanto acqua, farina e lievito. Non sono solo inchiostro, parole e illustrazioni.
È molto più: è storia, condivisione, amore… Vita!
In foto: Ajaja Ayeeyo… Il Pane Carasau l’ho mangiato.
Recensione di Erika Polimeni
Titolo presente anche nella nostra Rassegna mensile di Ottobre 2019
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