UNA STELLA DI NOME HENRY, di Roddy Doyle
Il libro che propongo oggi è un titolo di Roddy Doyle, scrittore irlandese molto amato per la trilogia che vede protagonista la famiglia Rabbitte. In questo caso, invece, siamo di fronte a una personalissima visione di romanzo storico.
Henry Smart è cresciuto per strada, dopo che sua madre ha iniziato a perdere il senno rimpiangendo i figli morti neonati e dopo aver perso i contatti anche con suo padre, un uomo con una gamba di legno, di professione buttafuori ma all’occorrenza anche killer al soldo di un malavitoso; Henry e il fratellino Victor imparano così a vivere di espedienti nei vicoli della Dublino dei primi anni del XX secolo.
La morte di Victor e l’esclusione da una scuola fanno di Henry un ragazzo avido di vita e perennemente arrabbiato, che finisce presto tra le fila dei rivoluzionari, ma senza che in lui arda alcun vero idealismo.
Dopo essere stato accolto sotto l’ala protettiva di James Connoly, Henry impara a leggere e lentamente inizia a crearsi una propria coscienza politica, ma prima che tale percorso di formazione sia completo e lui diventi un uomo, il nostro dovrà passare mille peripezie: scampato per un soffio alla fucilazione nel 1916, diventa prima staffetta per l’IRA di Collins, in seguito si trova invischiato nella guerra civile del 22 e dovrà ancora portare a termine una vendetta personale e coronare un particolare sogno d’amore.
Narrato in prima persona con un linguaggio duro, perfettamente attinente con l’ambientazione dei bassifondi, è un romanzo politico, nel senso che si sofferma sulle profonde divisioni delle varie parti coinvolte nella formazione del nuovo stato, ancora in bilico tra il desiderio di libertà e la sicurezza offerta dalla dipendenza dagli inglesi.
La narrazione è frizzante, ironica e, attraverso la tragicomica storia di Henry che brandisce la gamba di legno del padre come un’arma, Doyle ripercorre una parte cruciale della storia irlandese, per sottolineare come, accanto ai “poeti da strapazzo” e agli “eroi” le cui gesta verranno sempre ricordate, si registrarono anche errori e atti orribili che finirono altrettanto per condizionare il paese.
Recensione di Valentina Leoni
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