TUTTI NELLA MIA FAMIGLIA HANNO UCCISO QUALCUNO, di Benjamin Stevenson (Feltrinelli – ottobre 2022)
La nostra non era una stanza di sospettati. Era una stanza di superstiti.
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I libri sono salvifici, riempiono certi spazi vuoti e aiutano a far passare giornate in modo proficuo portandoti altrove. Per la lettura di questo libro è stato cosi: Benjamin Stevenson mi ha portato altrove e non mi ha fatto pensare alle mie cose ma mi ha condotto in un giallo e mi ha tenuto incollata alle pagine.
Faccio una premessa doverosa: ho letto un giallo con una narrazione di certo atipica che però si rifà alla tradizione di gialli classici degli anni ’30 (nelle prime pagine il lettore trova il “Decalogo del giallo perfetto” che Ronald Knox scrisse nel 1929). Il narratore e protagonista, Ernest Cunningham (che per lavoro scrive libri in cui spiega come si scrivono giallo di successo) giura da subito di attenersi a questo decalogo.
Ho già detto che è un giallo atipico e lo è sia perché il narratore è sincero e onesto con il lettore al punto da dare indicazioni, da sottolineare certi passaggi, da dare una mano a tirare le fila e addirittura a dare spoiler anticipando che tra un tot di pagine qualcuno muore sia perché tra le pagine si insinua una ironia così perfetta che quasi ci si dimentica di avere a che fare con cadaveri e con un killer. È un giallo e nei gialli qualcuno muore. In questo romanzo muoiono diverse persone…
Intanto la storia. C’é una famiglia quella dei Cunningham che si ritrova in un resort di montagna per festeggiare l’uscita di prigione dopo tre anni di uno di loro, Michael. Tre anni prima ha ucciso un uomo proprio davanti a suo fratello Ernest (detto anche Ern o Ernie) che poi testimonierà in tribunale contro il fratello rendendosi responsabile della sua carcerazione e mettendosi la famiglia contro.
Mentre sono tutti (parenti tra affini e congiunti) allo Sky Lodge arriva il primo cadavere: scarponi verdi. Il primo, ho detto bene…
I cadaveri nel corso della storia si accumulano (attenzione alcuni lo furono nel tempo, nel passato di certi personaggi, altri sono cadaveri metaforici) mentre una tempesta di neve infuria e isola in tutta la famiglia in una bolla in cui dovranno fare i conti con emozioni, segreti, errate considerazioni, congetture, sentimenti, rivalutazioni, dettagli, scoperte.
Questo è di certo anche un libro sulla famiglia, un libro che celebra la Famiglia. Importante una riflessione «I vincoli familiari sono come la forza di gravità. … La tua vera famiglia non è chi ha il tuo stesso sangue: sono le persone per cui sei disposto a versarlo.» E mi piace ricordarlo nella mia recensione.
Stevenson con grande padronanza di stile, con grande capacità di narrazione ironica, con grande maestria crea un giallo che appassiona anche gli amanti della Christie.
Il giallo si dipana pagina dopo pagina con colpi di scena ad hoc e rivelazioni sapientemente seminate.
La narrazione in prima persona poi fa si che Ernest piaccia da subito e che ci lasci guidare nella presentazione di tutti i personaggi come Lucy, Katerine, Marcelo, Audrey, Alan, Robert…etc etc. Nessun personaggio viene tralasciato e di tutti si hanno le informazioni necessari per capire il personaggio ed il suo cammino interiore e non solo.
Consigliato a chi ama i gialli ed ha voglia di una nuova narrazione.
Recensione di Maria Elena Bianco
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