SARÀ DAVVERO QUESTA GIOVANE AUTRICE LA NUOVA SALINGER DEL 2000? PARLARNE TRA AMICI, di Sally Rooney 

PARLARNE TRA AMICI, di Sally Rooney  Recensioni Libri e News

SARÀ DAVVERO QUESTA GIOVANE AUTRICE LA NUOVA SALINGER DEL 2000?

PARLARNE TRA AMICI, di Sally Rooney

Leggere che sette editori si sono contesi i titoli della Rooney, vedere questa giovanissima autrice additata come la Salinger del duemila e voce ufficiale dei Millennials sono i motivi che mi hanno spinta a leggere i suoi libri.

Ripensandoci a lettura terminata, mi sono guardata intorno quantomeno incredula.

Rooney novella Salinger?

Dov’è la vibrante partecipazione emotiva che impone il povero Holden?

Dov’è la rivoluzionaria innovazione stilistica proposta da Salinger ormai 70 anni fa, che ha fatto scuola ed è stata di ispirazione per un’intera generazione di scrittori?

 

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Davvero qualcuno può pensare che fra 70 anni si parlerà ancora di questo scritto?

Questa è una storia nella quale non succede nulla, nel senso che non c’è evoluzione, tutto rimane drammaticamente uguale e senza futuro, a livello interiore intendo.

Ci sono amore, tradimento, omosessualità, autolesionismo, endometriosi, alcol e sesso.

Dimenticavo, l’autrice mette in elenco anche il femminismo.

Anche qualche accenno alla lotta di classe, aggiungo io.

 

 

Temi importanti che rimangono sullo sfondo, in lontananza, sbiaditi e sfocati, messi lì con un po’ di autocompiacimento e qualche incertezza.

La narrazione è piatta, in due dimensioni, manca la profondità.

È una storia senza prospettiva, forse perché mancano due punti di vista.

L’autrice è parte del mondo che racconta, manca del necessario distacco e dell’ estraniazione che permettono il gioco di ombre, l’alternarsi di fatti e valutazione ma soprattuto manca di propositività e progettualità.

È un racconto fatto di “qui e ora”.

Nessuno si pone il problema delle conseguenze delle proprie azioni.

Si confonde, a parer mio, la libertà con la voragine di senso nella quale si muovono.

Frances, universitaria con origini umili ed una famiglia problematica alle spalle, si diletta nello «spoken word» nei locali di Dublino assieme a Bobbi, una sua molto più che amica.

 

 

Conoscono Melissa, di professione fotografa, e suo marito Nick, di professione attore.

Non racconto la storia ovviamente, osservo solo che nulla è precluso.

I personaggi emanano vibrazioni con le quali non sono entrata in sintonia.

Vivono concentrati su di sé, incapaci di comunicare, in assoluta solitudine.

Soprattutto mi delude che nessuno di loro si preoccupi di chi ha intorno, con un atteggiamento io-centrico davvero preoccupante e che sembra essere fondamento della nostra società.

Avevo letto con piacere “Normal People” e avevo apprezzato l’indagine psicologica dei personaggi, l’analisi del malessere che alberga nell’animo dei ragazzi del duemila.

Sono invece rimasta delusa da questa opera prima, nella quale l’unica innovazione stilistica che ho notato consiste nel riportare generosamente i messaggi di whatsapp con i quali comunicano i suoi poveri protagonisti.

Recensione di Gabriella Calvi

 

 

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