RAGTIME, di E.L. Doctorow
Romanzo forse poco noto e difficile da trovare, nonostante una ristampa piuttosto recente, Ragtime è però un caposaldo della letteratura americana che meriterebbe maggiore diffusione.
Racconto a più voci ambientato nei primi anni del XX secolo, il libro narra la vicenda intrecciata di una famiglia borghese, di un musicista di colore in lotta con la società che lo discrimina e di un immigrato ebreo destinato a fare strada nel mondo del cinema; la vicenda principale è a sua volta intersecata da quella di alcuni grandi personaggi storicamente esistiti, come Pierpont Morgan, Evelyn Nesbit, Houdini il mago.
Il libro, quasi del tutto privo di dialoghi, procede con ritmo spezzato, alternando capitolo brevi, quasi paragrafi o fotogrammi, a momenti in cui la scrittura si dispiega più fluida, creando un effetto musicale, da cui prende il titolo: il ragtime è l’ideale colonna sonora della storia, con le sue sincopi, il suo ritmo che invoglia a correre ma è necessario sia tenuto a freno.
Il romanzo racconta, però, soprattutto la nascita dell’America come Nazione, la sua evoluzione da paese barbaro e sguaiato come appare agli occhi di europei come Sigmund Freud, che rimane spiazzato dagli aspetti inediti del Nuovo Mondo e non riuscendo ad accettarli, fugge disgustato: attraverso le vicende dei protagonisti, Doctorow illustra le condizioni degli immigrati, l’avvento della tecnologia, le forti diseguaglianze sociali, la passione e la lotta politica in nome della libertà e del lavoro, le azioni dei grandi personaggi, tutti elementi che all’interno del crogiolo della Storia, plasmeranno la nuova identità del popolo americano.
Consigliato agli appassionati di letteratura contemporanea e a chi fosse in cerca di letture impegnative.
Recensione di Valentina Leoni
Titolo presente anche nella Rassegna mensile di Giugno 2019
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