Questo non è un invito alla lettura, e non perché il libro non mi sia piaciuto… PHILIP ROTH La biografia Blake Bailley

PHILIP ROTH. La biografia, di Blake Bailley (Einaudi – ottobre 2022)

 

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Innanzitutto una premessa: questo non è un invito alla lettura, e non perché il libro non mi sia piaciuto. Tutt’altro. Non leggo libri che non mi piacciono. Possono estorcermi al massimo 50 pagine, quando persiste un minimo dubbio. Normalmente ne bastano molte meno per fiondare nella cesta per accendere il camino i libri banali o noiosi. La monumentale biografia di Roth non è certamente tra questi. L’ho letta in pochi giorni e mi è molto piaciuta. Solo che non mi prendo la responsabilità di consigliarla a chi ha letto meno di 10 libri di Roth. Per sorbirsi 1000 paginozze sulla vita di un tizio, foss’anche il più grande scrittore a cui non hanno assegnato il Nobel (certamente più grande di tanti a cui l’hanno dato), bisogna proprio amarlo tanto (o forse detestarlo in egual misura).

Questa biografia, scritta magnificamente e senza indulgenza va detto, indaga le fonti da cui ha tratto ispirazione il nostro, i suoi amori, le sue tragedie, la sua misoginia vera o presunta, i suoi dolori fisici e spirituali, il suo essere tranchant e nostalgico al tempo stesso, i suoi slanci di generosità e le sue meschinerie. Per uno scrittore tutto quel che gli accade è materia viva per la sua prosa (o poesia), familiari compresi. Qualche scrittore alza una piccola barriera, altri sono spudorati. Roth vive per scrivere e non si pone alcun tabù. Ha scritto capolavori e ottimi libri, a cominciare dalle sue prime cose giovanili, come i racconti di Goodbye Columbus e Il celeberrimo Lamento di Portnoy, che gli ha dato fama, soldi e qualche scomoda etichetta, oltre all’imperitura disistima di qualche famoso critico letterario.

Insomma, dentro questo librone c’e’ tutto Roth, foto comprese (tre bei blocchi). Bailey, che già aveva dato ottime prove come autore di biografie scrivendo quelle, molto apprezzate (anche da Roth), di altro due grandi scrittori americani come Yates e Cheever, ha avuto accesso agli archivi di Roth e ne ha fatto buon uso. Mentre il libro era appena uscito in America, Bailey s’è beccato alcune denunce per molestie da sue ex studentesse che hanno indotto a bloccarne la distribuzione. Roba di quando insegnava, negli anni ‘90. Lui nega tutto. Vedremo.

Ritornando al nostro tomo, edito in Italia da Einaudi (edizione molto curata), e se siete lettori o lettrici di Roth credo valga proprio la pena leggerlo.

Roth disse a Bailey: “Non voglio che mi riabiliti. Solo che mi rendi interessante”.

L’obiettivo credo sia stato centrato

Recensione di Arturo Bandini Molise

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