PREMIO GONCOURT 2017: L’ORDINE DEL GIORNO Eric Vuillard

PREMIO GONCOURT 2017: L’ORDINE DEL GIORNO, di Eric Vuillard (E/O)

Goncourt 2017, premiazione insolita per un libro che si colloca a metà tra il romanzo e il saggio.

Della seconda guerra mondiale si è detto e scritto tanto, a livello letterario forse c’è stata anche una sovrabbondanza di scritti, cosa altro di nuovo può aggiungere questo ennesimo romanzo?

A mio avviso qualcosa sì, per esempio sa cogliere alcuni aspetti meno rilevanti e meno noti, meno ufficiali, anche di carattere comportamentale dei protagonisti, ma non per questo meno decisivi ai fini della storia.

Tramite racconti inediti su fatti e persone reali, l’autore ricostruisce quei giorni nefasti per la storia.

Il caso di una riunione che si tenne a Berlino il 20 Febbraio del 1938, con invitati tutti gli alti industriali tedeschi, chiamati a dare un contributo economico alla causa nazista, nomi che segnarono la storia di allora e alcuni anche di oggi, tra cui la Krupp, Opel, Flick ecc…, industrie che vedranno premiata la loro scelta con la ricompensa gratuita e la possibilità di poter sfruttare i prigionieri dei campi, ottenendo così una preziosa ed “economica” manovalanza a costo zero degli ebrei.

L’indolenza e l’immobilismo di inglesi e francesi, tra cui spicca un “divertente” aneddoto di una cena in cui gli inglesi al cospetto dell’ambasciatore tedesco si preoccuparono di più dell’etichetta formale che dei fatti gravissimi di cui erano appena venuti a conoscenza.

L’evoluzione dei fatti che permise l’annessione dell’Austria al Reich, la pantomima dei politici austriaci e la loro debolezza, di un popolo che si schierò apertamente con i tedeschi, ma che in quei giorni contò anche migliaia di suicidi, il tutto avvenne con una finta invasione tedesca che nei fatti non si svolse per come venne raccontata dalla propaganda, anzi fu un mezzo fallimento, con mezzi impantanati o guasti ai bordi delle strade austriache.

Il romanzo è scritto in maniera impeccabile, con molta intelligenza e sottile ironia, senza però per questo esser meno incisivo nell’accusa e nella ricostruzione degli eventi storici.

Meritevole di esser letto.

Recensione di Corrado Iemma

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