PREMIO CAMPIELLO 1968: L’AVVENTURA DI UN POVERO CRISTIANO Ignazio Silone

PREMIO CAMPIELLO 1968: L’AVVENTURA DI UN POVERO CRISTIANO, di Ignazio Silone (Mondadori)

L’avevo letto da ragazzo come tutti i romanzi di Silone, libro che, forse, è andato perso o nascosto in qualche scatolone. L’ho letto poco tempo fa su eBook ed ho scoperto, visti i tempi, un romanzo, o meglio un teatro-romanzo perché è scritto come un testo teatrale, completamente diverso. Leggendolo viene da pensare ai dolori e ai dilemmi dell’attuale pontefice. Eletto papa per il “gran rifiuto”, quali che siano state le sue ragioni, del papa precedente, ha cercato e sta cercando con una energia instancabile, ma è vecchio, di metter ordine in un sistema organizzativo immenso e sottoposto a tutte le tentazioni che la Storia può offrire, a tutte le compiacenze del potere.

Una fatica enorme, ché l’istituzione, come tutte le grandi istituzioni, non è facilmente trasformabile…

Ecco questa è la storia di Celestino V, Pietro del Morrone, eletto papa deve combattere conto una Curia, capitanata dal futuro papa Bonifacio VIII (ecco perché Dante lo mette tra gli ignavi, ”colui che per viltade fece il gran rifiuto”), incapace di accettare i dettami dell’umile francescano, tanto da costringerlo ad a dimettersi e ritornare nel suo convento dopo un periodo da fuggiasco e persino incarcerato da Bonifacio VIII per evitare che potesse essere usato per fini politici.

“Non temiamo quelli che hanno il potere di offenderci nel corpo, ma quelli che distruggono l’anima “

Recensione di Leo Russo

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