PREMIO CAMPIELLO 1963: LA TREGUA  Primo Levi

PREMIO CAMPIELLO 1963: LA TREGUA, di  Primo Levi (Einaudi)

La tregua Primo Levi

“Hurbinek, che aveva tre anni e forse era nato in Auschwitz e non aveva mai visto un albero ; Hurbinek, che aveva combattuto come un uomo, fino all’ultimo respiro, per conquistarsi l’entrata nel mondo degli uomini, da cui una potenza bestiale lo aveva bandito ; Hurbinek, il senza nome, il cui minuscolo avambraccio era pure stato segnato col tatuaggio di Auschwitz; Hurbinek morì ai primi giorni del marzo 1945, libero ma non redento. Nulla resta di lui: egli testimonia attraverso queste mie parole. “

Il libro del ritorno, della risalita, del viaggio all’insù, dagli inferi del campo alla libertà e al viaggio verso casa. Un viaggio che è una piccola grande Odissea, dalla Polonia alla Russia, e poi giù attraverso la Romania, l’Ungheria, l’Austria, la Germania, e finalmente il Brennero, l’Italia. Un viaggio lungo otto mesi, in cui si imbarcarono in pochi, lasciandosi dietro i tanti già malati che morirono subito dopo la liberazione e i tanti che impazzirono, la psiche e l’anima prigioniere per sempre del lager.

Un lungo cammino tortuoso, picaresco, attraverso le grandi pianure della Russia, i boschi sconfinati, i Carpazi, gli orizzonti a perdita d’occhio ; ma anche le città distrutte, la fame insaziabile, il dolore per la casa lontana, la solitudine ; e poi anche le risate, i furti e gli espedienti per trovare cibo e scarpe, i momenti di intimità rubati nel bosco e dietro le stazioni ; le innumerevoli notti passate sdraiati per terra sui treni merci, la gioia di stendersi al sole su un prato e fumare una sigaretta sentendo il vento sul viso.

I rapporti finalmente umani e solidali con i compagni di prigionia, il medico Leonardo, generoso e instancabile, il furbo e “traffichino” Cesare, il mite Daniele, l’unico che di fronte a uno sparuto gruppetto di soldati tedeschi disperati è allo sbando accetta di dargli il suo pane, posandolo però ai suoi piedi e pretendendo che se lo vengano a prendere strisciando; il greco, ambizioso e in guerra contro tutti. Uomini più vecchi di un secolo rispetto solo a un anno prima, consapevoli che quel pur duro vagabondaggio costituiva una tregua del destino, prima del rientro a casa, e del riemergere di Auschwitz negli incubi della mente.

Recensione di Azzurra Carletti
PREMIO CAMPIELLO 1963: LA TREGUA  Primo Levi

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

Commenta per primo

Commenti

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.