NEL PAESE DEI CIECHI Herbert George Wells

NEL PAESE DEI CIECHI, di Herbert George Wells

H.G. Wells è stato un popolare scrittore inglese di inizio ‘900 e viene considerato uno dei fondatori della fantascienza. Chi non ha visto il film “La guerra dei due mondi”, tratto dal suo omonimo romanzo? Certe sue storie, come quella dell’uomo invisibile, o certe sue trovate, come quella della macchina del tempo, sono divenuti riferimenti imprescindibili nel genere fantascientifico.

Ritengo, tuttavia, che considerare il racconto “Nella terra dei ciechi” come fantascienza non sia del tutto corretto.

Direi che lo si può considerare certamente come un’opera di fantasia, frutto di una fervida immaginazione, dove però la scienza c’entra, ma non più di tanto.

È un racconto immaginario come in letteratura ne possiamo trovare tanti. A proposito di cecità, come non pensare allo stupendo romanzo di José Saramago.

Ma veniamo al nostro racconto.

Nunez, il giovane protagonista, a causa di una grave caduta mentre era in arrampicata su una vetta delle Ande, finisce in una vallata, isolata dal mondo, dove vive, da ormai molte generazioni, una comunità colpita da un morbo che porta alla cecità. Ciò che rende però particolare la storia è che ormai questi abitanti della valle considerano più che normale la loro condizione, mentre ritengono ciò che racconta Nunez a proposito della vista come strano e bizzarro. Non voglio riferire come finisce il racconto, mi limito solo a dire che la condizione perché Nunez possa davvero integrarsi nella comunità è divenire cieco pure lui.

Ciò che mi solletica particolarmente di questo racconto è il possible collegamento con la nostra condizione.

E se tutti noi fossimo ciechi, in senso metaforico, e non sapessimo di esserlo? E se con tutte le nostre pretese illuministiche di superiorità rispetto al mondo spirituale, magico e irrazionale ancora presente tra noi vivessimo in realtà sempre nella caverna di Platone? Credendo a ciò che “ci fanno credere” ? Mi pare di scivolare in una sorta di complottismo dietrologico tanto in voga al giorno d’oggi, ma tant’è. E se vedere in fondo non fosse altro che una forma del credere?

“Vedete” come un misero raccontino (in realtà un capolavoro) può stimolare interrogativi profondi di ordine filosofico!

Recensione di Algo Ferrari

NEL PAESE DEI CIECHI Herbert George Wells

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