NEL CERCHIO ROTTO Sabrina Tanfi

Sabrina Tanfi

NEL CERCHIO ROTTO, di Sabrina Tanfi

 

Sabrina Tanfi
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Il cerchio è la figura geometrica che rappresenta lo stato della sostanza primordiale, impalpabile e trasparente, uniforme e indifferenziata. È sprovvisto di angoli e di spigoli e simboleggia l’armonia.

Ma che succede quando il cerchio si rompe, i suoi lembi si sfaldano e la sua perfetta rotondità viene meno?
Emma lo scopre un giorno di novembre del 2003 alle 14.25 – attraverso una lettera del padre morente –  proprio come Stella, sua madre, il cui cerchio si era spezzato trent’anni prima fuggendo dalle grinfie dello stesso uomo: marito opprimente, padre adorabile.

Il cerchio perfetto, che finora era stata l’ esistenza di Emma, si rompe e dal suo interno, come il vaso di Pandora, fuoriesce la grande menzogna, materiale con cui è stata costruita la sua esistenza rivelandosi, questa, un imponente castello di sabbia.

Ma la sabbia ha come nemico Eolo, il dio dei venti che, prima o poi, ulula reclamando la verità. E il suo soffio iracondo ha il doloroso potere di danneggiare la circonferenza perfetta del cerchio, ciclo di vita, sballottando i suoi lembi impazziti in direzioni opposte.
Tuttavia la verità, seppur spesso crudele, è l’unico modo per riunificare quel cerchio il cui inizio coincide con la sua fine.
“Nel cerchio rotto” è una grande storia di donne, madre e figlia, figlia e madre.

 

 

Una storia di bugie e di abbandono, di scelte angosciose in nome di una libertà estenuante ma bramata, disperatamente desiderata.
Una storia che percorre 30 anni di vita, attraversa l’oceano Atlantico, si staglia nell’immensità delle Ande fino a toccare Ushuaia, la terra del fuoco, la terra dove, si dice, il mondo finisce e ricomincia, poiché è qui in questa terra argentina che il cerchio di Emma finalmente si chiude.
Il romanzo scritto con la forza delle parole interiori, quelle palpabile, quelle che sussultano di emozioni, ha il potere di travolgere il lettore/lettrici con il suo effetto/magnete.

L’autrice, conoscitrice vigorosa dell’America Latina, riesce a catapultare i suoi lettori in quelle terre calienti, contraddittorie,  tanto affascinanti quanto ambivalenti. Riesce a descrivere luoghi stupefacenti attraverso gli occhi -specchi dell’anima- delle sue eroine, fragili donne temerarie.
Riesce a sconquassare corpo e anima nel trascinare i lettori in quella maledetta notte argentina del 1976 (golpe) per poi ricompattare il tutto in una forma nuova, rotonda, circolare dove passato e presente si ricongiungono in nome di un nuovo futuro.

 

 

Del resto non si può andare avanti se nel passato ci sono conti in sospeso! Lo sappiamo tutti che è cosi. Non è vero? E poiché il film della vita non può essere riavvolto indietro, per  proseguire è necessario utilizzare il materiale a disposizione. Non è così?

Il libro della Sabrina Tanfi mi ha tenuto quasi una notte sveglia giacché anch’io come la riccioluta Emma mi sono trovata a cercare uno dei due lembi fuggiti al mio controllo per poi saldarlo al suo gemello e ottenere, finalmente, il ricongiungimento del presente con il suo ineluttabile passato. Soltanto ripristinando la forma di quel cerchio perfetto tanto caro a Giotto, si può andare avanti  verso quell’incerto futuro armati dalla limpida potenza della verità.
La vita è un’arte. C’è poco da fare!

Consiglio vivamente la lettura di questo travolgente romanzo sia per la trama avvincente sia per lo stile che si avvale della potenza delle parole adeguatamente inanellate da chi empaticamente non può non conoscere l’animo umano.

“…anche l’anima più randagia del mondo ha bisogno di mettere di tanto in tanto delle radici, benché fittizie. Nessuno ha davvero voglia di stare solo”

Recensione di Patrizia Zara

NEL CERCHIO ROTTO Sabrina Tanfi

 

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L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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