MISERY Stephen King

MISERY, di Stephen King (Sperlink & Kupfer)

Un genio, un mostro del dolore psicologico prima ancora che fisico, un mago nel tenerti sulle spine: questo è Stephen King.

Misery non lo puoi leggere tra una pausa caffè e l’altra, non mentre aspetti che i figli escano dalla palestra o sei in qualche sala d’attesa. Ci vuole silenzio per poter sentire solo la voce sofferente di Paul, per captare le sfumature di follia in quella di Annie, il cigolio delle porte, lo scricchiolio delle ossa…

E così, per tre notti consecutive, ho attaccato col buio fino ai primi rumori della casa che si risveglia.

Annie soccorre lo scrittore Paul Sheldon durante una bufera di neve e lo porta a casa sua con l’intento di accudirlo, perché lei è la sua fan numero uno e ha letto tutti i suoi romanzi. Tutti tranne l’ultimo. Non vede l’ora di farlo. Ecco, lo legge. E si scatena l’inferno.

Scopre amaramente che il suo adorato personaggio Misery – protagonista dell’intera serie che ha reso famoso il suo autore – muore durante il parto, perché è così che Paul ha deciso di chiudere la saga di Misery per dedicarsi ad altro.

Ma lei non lo accetta; Paul deve far resuscitare Misery, deve scrivere un romanzo la cui unica copia apparterrà solo a lei, è il dono più prezioso che si possa fare ad una ammiratrice così fedele.

Ma il prezzo è altissimo, e i mezzi utilizzati per “spronarlo” ad andare avanti sono aberranti, scellerati, traumatizzanti. Scordatevi il film, qui c’è molto di più.

Non posso narrare oltre, anche se vorrei scrivere a fiumi per potervi trasmettere ciò che ho provato, ma è giusto che vi lasci alla vostra immaginazione e alla curiosità di leggerlo. E mi raccomando: in solitaria, possibilmente con il favore dell’oscurità.

Buona lettura dunque.

Recensione di Isabella Bufano

MISERY Stephen King

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