L’ULTIMA COSA BELLA SULLA FACCIA DELLA TERRA Michael Bible

L’ULTIMA COSA BELLA SULLA FACCIA DELLA TERRA, di Michael Bible (Adelphi)

L’ultimo libro (bello) del mio 2023.

Non potevo scegliere un titolo piu adatto di questo per concludere un anno di letture intense.

”Eravamo innocenti. Convinti di essere speciali. Sbronzi tutti i weekend al centro commerciale. Il mondo era nelle nostre mani. Non ci importava del tempo. L’amore era una cosa scontata. La morte aveva paura di noi. Adesso abbiamo il grigio nella barba. Il cielo è un livido viola. Il centro commerciale è morto. Siamo i vecchi che non avevamo giurato di diventare mai.”

Un libro angosciante, potente, visionario e lucido allo stesso tempo.

La provincia americana é sempre quella, chiusa, bigotta, sempre pronta a soffocare i suoi giovani, a strozzarli nelle spire del conformismo e della staticità, ma Iggy non si adegua, è alla ricerca di un senso che non trova, cerca vie di fuga che lo facciano sentire vivo, ma nè l’amore per Cloe, né l’amicizia con Paul, riusciranno a colmare i suoi vuoti esistenziali.

Fino a quando si ritroverà al centro di una chiesa, cosparso di benzina con un fiammifero in mano.

Moriranno 25 persone innocenti, lui resterà illeso.

“È una cosa a metà fra uno struggimento continuo e un terrore improvviso, disse. Come un pomeriggio di pioggia con il sole che splende o il ronzio misterioso di una strada deserta di notte. La Costante, lo chiamava.”

Il racconto è corale, ma senza alcun dubbio la voce che avvolge, rapisce e s’impossessa di tutte le pagine e della nostra più completa attenzione é quella di Iggy che aspetta l’iniezione letale.

Lui ci parlerà, cercherà di spiegarci chi era, cosa voleva, la sua adolescenza da ragazzo emarginato, poi avvezzo alle droghe, al sesso, ma la sua mente e il suo sentire rimarranno un mistero, di lui resterà solo il ricordo di un ragazzo infelice che ha cercato tanto e non ha trovato nulla.

“Ho guardato fuori dalla finestra e ho visto che i fiori del corniolo erano caduti quasi tutti. Le giornate calde dell’estate stavano per finire e faceva ogni mattina più freddo. Volevo veder cadere quell’ultima fioritura. Sentivo uno strano legame. Come se fosse l’ultima cosa bella sulla faccia della terra.”

Breve, denso, asciutto e poetico, un romanzo incisivo che s’insinua nella testa e continuerà a lavorare lentamente, anche quando tu sarai convinto di pensare ad altro.

Recensione di Antonella Russi

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