LE CATTIVE, di Camila Sosa Villada (Sur)
Romanzo che potremmo in parte catalogare nel genere autofiction. Camila, la protagonista e voce narrante del libro, oltre a condividere con l’autrice il nome di battesimo, ne ripercorre la storia, i traumi, i dolori e le poche gioie.
L’autrice infatti, nasce biologicamente uomo e intraprende un lungo e doloroso viaggio fatto anche di abbandoni, povertà e prostituzione, che la porterà ad essere finalmente ciò che aveva sempre sentito di essere.
Le cattive ci porta nel mondo delle trans che si ritrovano a lavorare a Parco Sarmiento e che intessono, per sopravvivere, profonde amicizie e legami familiari non convenzionali ma potentissimi. Ognuna di loro è ritratta con profonda empatia e grande caratterizzazione psicologica. Immergersi nella lettura e ritrovarsi a tifare per queste donne e per un loro riscatto è immediato.
Le cattive è un libro forte, doloroso ma pieno di speranza. È un libro che denuncia, senza filtro alcuno, una società che vorrebbe le transessuali rejette o meglio ancora sterminate dal morbo vergognoso o dai clienti violenti.
Parla di AIDS e di stigma sociale e di come fino a pochi anni fa in certi ambienti era normale veder morire un giorno dopo l’altro, le persone care senza che nessuno muovesse un dito se non per additarle come “sporche untrici”.
Ma Le Cattive parla soprattutto di famiglia, di legami di sangue marci e corrotti e di legami di cuore e di pancia, puri ed eterni. Parla di redenzione possibile e di futuro anche quando tutto a partire dalla tua nascita ti ha fatto credere il contrario
P. S. Per chi ama le serie tv, posso dire che vi ho ritrovato in molti tratti, personaggi e situazioni gia viste in Pose.,una serie che resta nel cuore e nell’anima per la potenza dirompente dei sentimenti che porta in scena e che scatena nello spettatore.
Recensione di Annachiara Falchetti
Commenta per primo