LA FINALE Leonardo Gori

LA FINALE, di Leonardo Gori (Tea)

Parigi, 1938. Mentre la nazionale di calcio italiana si appresta ad affrontare le sfide finali del campionato mondiale il capitano dei carabinieri Bruno Arcieri viene reclutato dal SIM per una missione all’apparenza banale e senza troppe complicazioni: riportare in patria una certa persona. Inutile dire che le cose prenderanno una piega del tutto inaspettata e ricca di colpi di scena.

Torna in libreria questo straordinario romanzo (pubblicato in origine nel 2003 e cronologicamente collocabile dopo “Nero di Maggio”, nota a parte per la nuova e bellissima copertina) che ancora una volta mescola sapientemente romanzo storico, spy story e thriller, regalandoci pagine avvincenti, coinvolgenti e cariche di quella tensione che non ti fa staccare gli occhi dalle pagine, sempre all’insegna di quel caleidoscopio stilistico armonico che non cede mai alla banalità nè alla soluzione scontata o, peggio ancora, trita/ritrita.

E sebbene l’ambientazione parigina e lo sfondo storico/sportivo siano di per sé suggestivi, è ancora una volta la figura stessa del protagonista, senz’altro tra le creazioni letterarie più felici e riuscite della narrativa contemporanea (almeno secondo me), a catturare e affascinare il lettore con il suo viaggio di formazione interiore che si snoda lungo il corso dei romanzi, andando via via a intaccare la sua fermezza di uomo di Stato, dapprima in modo quasi subliminale e poi via via in modo sempre più palese; e se qui il nostro crede, e vuole fare credere, di lavorare disinteressandosi alla politica, nei suoi gesti mostrerà già quelle crepe nelle sue convinzioni che lo porteranno alla maturazione.

Godiamoci dunque questo ritorno alla giovinezza professionale del nostro, in attesa di leggere nuove sue avventure.

Di Enrico Spinelli

LA FINALE Leonardo Gori

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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