LA DONNA DI GHIACCIO – LA VITTIMA PERFETTA – LA RAGAZZA NELL’ACQUA, di Robert Bryndza (Newton Compton)
Ho iniziato a leggere il secondo libro della saga dedicata al detective Erika Foster non sapendo che fosse una serie per cui, quando ho capito come stavano le cose da alcuni “spoiler”, ho mollato, li ho presi tutti, e me li sono letti in rigoroso ordine.
Cominciamo dalla scrittura: a parte qualche eccezione, Bryndza ha uno stile molto scorrevole e senza troppi orpelli, il che rende i suoi libri molto leggibili. Io, che ho una lettura molto veloce, ci metto un pomeriggio a finire le meno di 400 pagine di cui è composto ogni volume, ma posso immaginare che in una giornata si possa agevolmente finire.
La saga dovrebbe essere letta in ordine. Anche se quello che io pensavo fosse uno spoiler in realtà era un falso allarme, non ho notato grandi rivelazioni se anche non si dovesse seguire la cronologia, però le interazioni con alcuni personaggi secondari potrebbero risultare strane.
I personaggi sono un po’ stereotipati, ma non troppo. Nel senso, essendo io un giallista che si fuma più di cinquanta libri l’anno (Feltrinelli e Amazon ringraziano), ho forse un occhio più critico della media, e trovo che la detective Foster, la sua squadra e l’ambiente dove operano, non siano originalissimi. Ciononostante, ho purtroppo letto roba molto peggiore. A mio avviso, però, il difetto più grande che trovo in questo autore, è che sembra voglia scrivere qualcosa di più pesante, che “vorrebbe ma non può”, e rimane sempre un po’ troppo “pulito”. Per dire, Stuart MacBride osa molto di più, ed è quello che io prendo a riferimento.
Sempre in merito al personaggio principale, Erika Foster, c’è da dire che alterna genio e stupidità con estremi disarmanti. Peraltro lo dice lo stesso autore, e in più di una occasione al personaggio viene rimproverata proprio questa peculiarità, però, personalmente, trovo la cosa un po’ forzata. Non necessariamente spiacevole, ma nemmeno troppo verosimile.
Gli altri personaggi vengono pian piano caratterizzati, anche se si capisce che saranno sempre e soltanto dei comprimari.
Alcuni “nemici” della Foster, un altro poliziotto che si chiama Sparks, per esempio, è un odioso e infido leccaculo che però, come spesso accade, trova il modo di fotterla. Il fatto è che avviene “per contratto”, perché nelle indagini manifesta una stupidità che non gli consente di ottenere quel risultato, per cui, anche in questo caso, lo trovo un pelo troppo inverosimile.
In generale, comunque, anche se il quadretto d’insieme è già visto, le storie sono molto interessanti, e questo è il punto di forza principale, perlomeno nei primi due (“La donna di ghiaccio” e “La vittima perfetta”). L’ultimo (“La ragazza nell’acqua”) ha una storia molto bella, ma una conclusione che, diciamo, può essere discutibile, nel senso che mettere in piedi la strage che si svolge durante la narrazione, personalmente non mi sembra plausibile per la motivazione che poi si scopre esserne il motore. Ma è una questione personale.
In finale, direi che le 5 stelline che Newton-Compton assegna ai suoi libri (tutti indistintamente “un grande thriller”, probabilmente pure se lo scrivesse Fabio Volo) non ci sono assolutamente: da 3 a 4, però, sì. Ognuno di questi libri è stata una lettura piacevole, che, specialmente verso la fine, poi mi ha tenuto incollato per scoprire il mistero.
Consigliati per chi non ha delle pretese altissime (ma, in questo caso, le selezioni si restringerebbero drasticamente), o per chi vuole una lettura intrigante ma non troppo brutale e complicata. O, semplicemente, per chi vuole passare qualche ora con un giallo non impegnativo.
LA DONNA DI GHIACCIO Robert Bryndza
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