LA DISCIPLINA DI PENELOPE, di Gianrico Carofiglio (Mondadori)
Avete voglia di leggere un libro breve, di veloce lettura? Che sia semplice e leggero? E comunque non banale? E magari un bel giallo? Ma non di quelli troppo intrecciati con decine di protagonisti di cui poi dimenticate ruolo e nome? Ma che si avvincente?
Questo è il libro perfetto!
Semplice; leggero; si legge in due ore e mezzo; pochi protagonisti essenziali; filante e credibile. E, devo dire, nella sua semplicità, davvero avvincente. Io l’ho iniziato e subito finito in una serata, certamente anche facilitato dalle dimensioni abbastanza contenute.
Non è neanche particolarmente cruento e questo, per quanto mi riguarda, depone a suo favore. Non c’è bisogno di particolari macabri o di raccapriccianti violenze di ogni tipo per rendere avvincente un giallo. Certamente c’è un delitto su cui indagare ma è stato commesso un anno prima ed è quasi dimenticato.
Chi indaga è Penelope che racconta il libro in prima persona ma nonostante tutto rimane sempre un po’ misteriosa. Si sa che è bella, atletica e che piace molto agli uomini ma non sappiamo neanche la sua età. Si sa che ha fatto il pubblico ministero e che è stata allontanata da questo importante incarico per qualcosa che è successo e che non ci viene mai detto. Penelope è ancora legata al mondo giudiziario, conosce avvocati, poliziotti e giornalisti e di tutti questi le modalità di lavoro. Conosce perfettamente le leggi e le procedure giudiziarie. Penelope è ormai fuori da quel mondo e la sua vita scorre malinconica e solitaria tra sedute ginniche, anonimi e fugaci incontri con uomini di cui neanche ricorda i nomi e un eccessivo consumo di tabacco e alcool.
Improvvisamente un fatto nuovo riavvicina prepotentemente Penelope al suo vecchio mondo. Un giornalista suo amico gli spedisce un uomo con una disperata richiesta di aiuto. Sua moglie è stata assassinata un anno prima e lui è stato indagato e prosciolto con una formula dubitativa. L’uomo chiede a Penelope di scoprire il vero assassino e di riabilitarlo.
Penelope non è più un pubblico ministero, non è un investigatore privato, non è nulla. Cosa c’entra lei? Cosa deve fare? L’uomo è veramente innocente? Chi ha assassinato quella povera donna? Eppure Penelope è incuriosita …..
Questa è la sintesi dei primi due dei ventuno capitoli. Il resto, naturalmente, bisogna scoprirselo da soli.
Voglio solo ribadire che la struttura del racconto, e dell’indagine, è molto lineare senza mai essere superficiale. I continui riferimenti legali e procedurali sono precisi e professionali ma, contrariamente ad altri libri di Carofiglio, snelli e non appesantiscono la narrazione.
Interessante anche l’ambientazione in una Milano riconoscibile e contemporanea che fa da perfetto sfondo alla storia.
Libro senz’altro valido.
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LA DISCIPLINA DI PENELOPE Gianrico Carofiglio
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