LA CUNTINTIZZA. Piccole ragioni della bellezza del vivere Simonetta Agnello Hornby Costanza Gravina

LA CUNTINTIZZA. Piccole ragioni della bellezza del vivere, di Simonetta Agnello Hornby Costanza Gravina (Mondadori – aprile 2022)

“Adoro mondare la verdura fresca appena raccolta nell’orto, sbucciare patate e cipolle, lavare e tagliare menta e basilico. Mentre risciacquo e tolgo gli insetti rimasti, tra le mie mani, i miei occhi e le foglie ancora piene di linfa si crea un rapporto, come se ambedue, io e la verdura, fossimo consce di far parte del ciclo della sopravvivenza: noi esseri umani e la pianta da cui spunteranno altre foglie”.

Questo ultimo lavoro della scrittrice Agnello Hornby , non è il classico romanzo ma un racconto di memorie a due voci: la sua e quella della nipote Costanza.

Il lavoro nasce , com’è riportato nella prefazione, da un’intesa, quella fra la scrittrice e la nipote, dalla consuetudine dei loro incontri palermitani e da occasionali considerazioni sul piacere legato al rito dell’aperitivo, ponte fra generazioni e culture diverse. In siciliano “Cuntintizza” vuol dire “contentezza, felicità nel gioire per qualcosa o qualcuno”.

 

 

Questa gioiosità sta tutta nelle piccole cose quotidiane, quelle alle quali, sul momento, non facciamo caso ma che, al richiamo della memoria, le gusti di più di quando le hai vissute. “Cuntintizza” significa anche accontentarsi di ciò che la vita ci dà, ovvero accettare con serenità sia il bello e sia il brutto che ogni giorno ci riserva. Cuntintizza è il primo caffè del mattino, percepirne l’odore e fartene invadere; Cuntintizza è l’odore del bucato steso ad asciugare al sole; è il profumo dei dolci, il profumo di una pietanza particolare, è l’odore del pavimento, appena lavato, della cucina della casa di campagna, in cui ha trascorso la prima parte della sua vita; è la soddisfazione nello stirare, ben bene, una tovaglia stropicciata e farne ritornare a rivivere i ricami.

 

 

E’ il profumo di zagara, è tornare ad ammirare ogni volta ,come se fosse la prima.il chiostro di san Giovanni degli Eremiti a Palermo o il bagno ebraico. La cuntintizza è ricordare il volto delle persone amate, lo struggimento con cui si accarezza l’oggetto appartenuto alla stessa(gli occhi possono riempirsi di lacrime ma, al contempo, la bocca accenna a un sorriso) ,i momenti trascorsi con loro. Tutte le cose “insignificanti” per altri, ma per te importantissime come riuscire ad arrotolare una pallina di zucchero e caffè per addolcire la bevanda in modo ”diverso” dal semplice versarlo con il cucchiaio o inserire la classica zolletta. I ricordi scorrono fluidi e per nulla banali riportandoti a un tempo che non c’è più ma che tu hai vissuto intensamente, magari senza rendertene conto.

Un libro piacevolissimo che si legge con grande fluidità e nel quale ciascuno di noi può andare indietro con la memoria e riscoprire quella personale ”cuntintizza” che avevamo dimenticato. La felicità è nei gesti minimi, nelle piccole cose di ogni giorno.

 

Recensione di Lidia Campanile

 

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