INTENSITY, di Dean Koontz
Da brava fan di Stephen King avrei forse dovuto approcciarmi da un pezzo a Koontz, autore non di rado accostato allo zio.
Comunque, ci sono arrivata solo ora ed è tutto sommato un bene: ho parecchi anni di pubblicazioni da recuperare.
TRAMA
Chyna, ragazza dall’infanzia tormentata, è ospite per un weekend a casa dell’amica di college Laura Templeton. Già la prima notte va tutto storto e un serial killer compie una vera e propria strage massacrando l’intera famiglia Templeton.
L’uomo, ignorando l’esistenza di Chyna, lascia l’abitazione senza sapere di aver risparmiato una testimone.
La ragazza però segue il camper dell’uomo che, tra l’altro, si è portato via il corpo dell’amica. Vorrebbe uccidere l’assassino e vendicare i Templeton, ma quello che Chyna scopre durante il viaggio verso la tana del killer la convince che non può agire lungo la strada, ma verificare che la casa dell’uomo non nasconda davvero altri orribili segreti.
Il libro è piuttosto incalzante anche se, a mio parere, indugia troppo spesso e troppo a lungo sui ricordi traumatici dell’infanzia della protagonista.
E’ senza dubbio necessario farlo almeno in parte, dato che le reazioni emotive di Chyna hanno radici proprio lì, ma bastava meno per farsi un’idea precisa.
Fortunatamente Koontz ha la rara capacità di rendere credibile le scelte della protagonista che, va detto, in alcuni caso vanno a braccetto con il tentato suicidio. D’altra parte l’autore riesce a far scaturire queste decisioni dal coraggio o dalla disperazione della protagonista, e il risultato è quindi una ragazza che, di fatto, non compie mai azioni incredibilmente stupide giustificandole con un trauma; mezzuccio, questo, ormai ben più che inflazionato nelle più recente pubblicazioni.
E così a volte Chyna non sempre compie scelte che, seduti nel nostro comodo divano, crediamo di condividere appieno, ma di norma questo non ci innervosisce nella sua inverosimiglianza, semmai ci apre nuovi orizzonti rendendo quelle azioni più giuste e credibili che mai.
Talento, e qui mi ripeto anche io, più unico che raro in titoli di questo genere.
Lo stile di Koontz non è asciutto, si inerpica con una certa regolarità in descrizioni a tratti anche puntigliose, quasi mai sfocia nel noioso e quasi mai è eccessivamente ridondante.
Costruire il romanzo mantenendo alta la tensione con 2 soli personaggi che di rado si incontrano è prova di genio letterario, aggiungerei un “indiscutibile” ma al primo romanzo è troppo presto per sputare sentenze così definitive.
Nel complesso è un libro ben riuscito, anche se non ancora un capolavoro. Una leggera vena di paranormale fa qualche volta capolino tra le righe, ma non è mai decisiva e per lo più va spegnendosi nel corso della trama.
Ovviamente è del tutto assente l’indagine: questo non è un giallo, e il vero mistero è come diavolo sia possibile uscire vive da una situazione così terrificante. La trama è composta da una catena di azioni, reazioni e conseguenze e, che Dio l’abbia in gloria, Koontz la costruisce piuttosto solida, questa catena! Una rarità, signori.
Credo di aver trovato un autore di cui avevo bisogno e che meritavo, e ho la sensazione di essere ancora ben lontana dall’aver letto la sua opera migliore…un piccolo e ben riuscito miracolo di Natale.
Recensione di Giulia Baroni
INTENSITY Dean Koontz
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