Il tema del doppelgänger in salsa DeCrescenziana: TALE E QUALE Luciano de Crescenzo

Il tema del doppelgänger in salsa DeCrescenziana: TALE E QUALE, di Luciano de Crescenzo

Nel linguaggio dei bassifondi partenopei, adottato da musicisti e galeotti, o’ tale e quale non è altro che lo Specchio. Così come ‘o bacono è lo Stupido e ‘a jammosa sta a significare la Bella Donna.

E ci sono tutti questi tre elementi nel romanzo del filosofo-ingegnere. Il quale si immagina di entrare a contatto con un proprio doppio (un Sosia, per scomodare Dostoevskij, citato dallo stesso autore) il quale lo mette faccia a faccia, da brava creatura uscita dallo specchio, con i limiti e le incongruenze delle proprie abitudini di vita.

Naturalmente la figura d’o bacono, lo Stupido, è quella di De Crescenzo stesso. Che a parte il fatto di parlare da solo (cosa che facciamo tutti e che ha anche un nome, in italiano, vale a dire: pensare) si trova spesso e volentieri messo in scacco dalla logica rovesciata della propria copia. La quale vive in un mondo parallelo, una Napoli al contrario, una Napoli del Sottosuolo, dove il Tempo si è fermato e dove i valori della Vita, della Morte, dell’Eros e dello Spirito (e perché no, anche dell’Umorismo) acquistano valore assoluto, eternandosi in idee universali.

Strizzatina d’occhio anche a Borges, naturalmente (citato anch’esso già nel primo capitolo). A partire dalla copertina, in cui un De Crescenzo sbarbato e garbatamente photoshoppato presenta i tratti tipici del cantore cieco di Buenos Aires, in una delle sue pose più emblematiche.

E allora why not?

De Crescenzo non sarà un classico, ma i classici (a partire da quelli greci) li conosce bene. E se non propriamente nella sua scrittura, certamente nello spessore delle tematiche questo dato emerge incontestabilmente.

Poi è chiaro che l’esposizione è volutamente colloquiale, informale e divulgativa. De Crescenzo ama sviluppare i propri racconti come una tranquilla chiacchierata al tavolino di un bar.

Di quelle che non si fanno più, presi come siamo nella frenesia produttiva di un mondo, il nostro sì, per molti aspetti ‘al contrario’.

O semplicemente contrariato.

TALE E QUALE ☆ Luciano De Crescenzo

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