IL MURO INVISIBILE Harry Bernstein

IL MURO INVISIBILE, di Harry Bernstein (Piemme)

Ho letto un libro bellissimo e commovente: Il muro invisibile di Harry Bernstein.

La struttura del libro è simile a quella di Le ceneri di Angela di Frank McCourt: un racconto autobiografico di un’infanzia difficile in una città industriale del Lancashire in Inghilterra agli inizi del 1900.

Lo sguardo del protagonista – scrittore è disincantato, fanciullesco, attento, obiettivo e molto nostalgico, la scrittura è semplice, sobria, ma nello stesso tempo molto efficace, il ritmo è intenso, costante e prende per mano il lettore e lo porta lì dove “Di buon mattino, quando era ancora buio, si udiva la gente che andava a lavorare in quelle fabbriche, battendo gli zoccoli ferrati sull’acciottolato con un suono e un ritmo che avevano l’andamento di una sinfonia”.

Harry, il monello intelligente che ci invita a leggere la sua storia dalla copertina, ha quattro anni ed è il più giovane di cinque fratelli, il padre è un ebreo polacco immigrato non osservante, sempre ubriaco, violento che lavora alle manifatture tessili, ma dilapida il suo salario al pub e sfoga sui figli e sulla moglie una grande rabbia per una vita di stenti. La madre desidera ardentemente il riscatto sociale per le sue figlie e i suoi figli, ma la prigione di una religione cieca e sorda, di una società con ruoli sociali rigidissimi, la inchioda nella povertà quasi assoluta, tuttavia , da sola, riesce a trovare il cibo per i figli ricorrendo ai più originali espedienti.

La numerosa e sfortunata famiglia vive in una casa senza bagno e senza energia elettrica, affacciata su una strada di ciottoli ed Harry ben presto si accorge che ogni volta che attraversa la strada, è come se oltrepassasse un muro invisibile che divide ebrei e cristiani che vivono vicini, ma che sono “nemici” tra loro (Chi ha ucciso Gesù?) per motivi religiosi e sociali, tuttavia non potrebbero fare a meno gli uni degli altri perché entrambe le parti fanno parte di un’unica realtà, quella della indigenza. Sarà l’amore contrastato di Lily, la sorella maggiore di Harry, per Arthur, un ragazzo cristiano, che aprirà una breccia nel muro invisibile, lasciando passare un raggio di … speranza.

Nel racconto non ho trovato né giusti né ingiusti, né buoni, né cattivi, ma solo povere persone intrappolate nella loro religione, nei loro ruoli sociali incartapecoriti che non permettono a nuovi pensieri e ad una moderna consapevolezza di farsi spazio alla luce della libertà e del benessere.

Il libro ha il sapore delle storie di Steinbeck, di Dickens e di Harper Lee.

Dopo “Il muro invisibile” il racconto continua con “Il sogno infinito” e “Il giardino dorato”.

Mamma, papà, Lily e Rose (di cui l’autore parlerà nel libro, altrettanto bello: La sognatrice bugiarda) Arthur, Sarah e Freddy e il loro amore impossibile, la signora Green, la donna cristiana che ogni Sabato (Shabbat) attraversa la strada per accendere il fuoco alla famiglia di Harry, continueranno a vivere nei vostri ricordi una volta girata l’ultima pagina.

Recensione di Chiara Savorgnan

IL MURO INVISIBILE Harry Bernstein

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