IL CANTO DEL LAVORO Ivan Doig

Tre donne speciali

IL CANTO DEL LAVORO, di Ivan Doig (Nutrimenti – aprile 2023)

 

E va bene, lo ammetto ancora una volta. Ho un debole per Ivan Doig. Per la sua barba bianca, per i suoi cappelli, per il suo sorriso dolce. Sono affascinato da quegli occhi vispi e rassicuranti, per il modo in cui si posano sulla commedia umana. Sono innamorato della sua penna, rapito dalla sua voce, dal suo talento nel raccontare storie, dalla magia di cui sono impregnate le pagine dei suoi libri.

La scintilla, per me, è scattata quando ho letto lo splendido capitolo a lui dedicato, in quella monumentale antologia che è “Americana” di Luca Briasco. Una folgorazione.

Da allora non perdo occasione, ogni volta che un suo libro viene pubblicato, di rifugiarmi nel suo universo di parole, fra viaggi in corriera, firme su grossi libri per dediche, racconti da bancone di bar, inventari di maestose biblioteche, che dalla A di Austen alla Z di Zola, passando per Dickens, Dostoevskij e Shakespeare, abbracciano tutto il sapere di cui si possa disporre, tutto ciò da cui un uomo possa trarre ispirazione, tutto ciò a cui possa anelare.

Mi sono ripromesso, questa volta, di non perdermi a girovagare e dedicare poche essenziali righe a questo nuovo viaggio nell’Ovest degli Stati Uniti, verso la cittadina immaginaria di Butte, da qualche parte nel Montana.

1919. Ai piedi di colline che partoriscono rame, da estrarre con grosse trivelle e convertire in ricchezza e profitto, Morrie Morgan (sì, proprio lui!) scende dal treno con una valigia in una mano e nessun posto dove andare. Chi ha letto “La stagione fischiettante” sa da dove arriva. Ma non preoccupatevi, farà lui un breve cenno alla sua storia. Quel che vi occorre sapere, lo sentirete dalla sua viva voce.

In questa vivace cittadina, trovata ospitalità presso la pensione di una premurosa vedova, Morrie entrerà presto in contatto con una comunità di lavoratori sfruttati e scontenti, alle prese con dure lotte sindacali.

Servirà il suo aiuto e tutto il suo ingegno per partorire una idea e trasformarla in un atto, un coro, un canto, nell’interesse di una comunità di persone che lottano per trovare una voce con la quale rivendicare i propri diritti.

“Nel libro della vita siamo capitoli nella storia l’uno dell’altro”.

E ora dove te ne andrai, Morrie? Quale nuovo capitolo scriverai, nella tua, di vita?

A una casa editrice come Nutrimenti e al lavoro di scout e di traduzione di Nicola Manuppelli, a quella promessa fatta al vecchio Doig (“Gli promisi che avrei fatto di tutto per vederlo pubblicato in Italia”, scrive Nicola nella postfazione al “Racconto del barista”), ancora e per la quarta volta, il mio personale e sconfinato ringraziamento. È solo grazie al vostro prezioso lavoro se “la musica delle umane vite”, scritta, orchestrata e diretta da questo sciamano docile e gentile, batte il tempo ancora una volta, miracolosamente, all’unisono con la mia.

Mi ero ripromesso di non dilungarmi troppo, ma non ci sono riuscito. Non avevo dubbi.

Recensione di Valerio Scarcia 

IL CANTO DEL LAVORO Ivan Doig

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