I PESCI NON HANNO GAMBE Jón Kalman Stefánsson

I PESCI NON HANNO GAMBE, di Jón Kalman Stefánsson (Iperborea)

 

“Nessuno può camminare sul mare, per questo i pesci non hanno gambe”.

Finito purtroppo: non interverrà un fatto inatteso a togliermi questa dolce tristezza dal cuore,un po’ ci speravo e un po’ lo temevo.

Bello!

Anche se non c’è una trama che possa essere riassunta, né una storia con un vero inizio e una vera fine.

Ma tante emozioni che, spostandosi avanti e indietro nel tempo, la voce narrante ci regala. Racconta di se stesso e del cugino Ari, della loro infanzia, della famiglia e di quello che sono diventati.

E ci spiega il senso del racconto:

“È per questo che ci siamo rivolti a te con questa storia centenaria, un racconto di generazioni, o un pianeta, una stella cometa, una canzone, una hit parade alla fine del mondo, perché vogliamo che tu sappia che Margrét una volta era nuda sotto il vestito americano, con i suoi piccoli seni rotondi, le gambe lunghe, magre ma forti, che poco dopo si erano avvinghiate a Oddur, perché tu sappia e non dimentichi mai che una volta tutti sono stati giovani, e quindi capisca che tutti noi prima o poi dobbiamo bruciare, consumarci di passione, di felicità, di gioia, giustizia, desiderio, perché questo è il fuoco che illumina il buio, che tiene a distanza i lupi dell’oblio, che scalda la vita, e affinché tu non dimentichi di vivere, di sentire, non diventi un quadro appeso alla parete, una poltrona in soggiorno, un mobile davanti al televisore, qualcuno incollato allo schermo di un computer, inerte, stordito, indifferente, una marionetta del potere, degli interessi economici, un essere apatico e di poco conto, al massimo il lubrificante di un ingranaggio misterioso.

Dobbiamo bruciare, perché il fuoco non si smorzi, non si estingua, non si raffreddi, e il mondo non diventi un luogo gelido, sul lato oscuro della luna.”

Chiudo il libro, ci ripenso e mi viene in mente il mare; l’Islanda terra di marinai, di lava nera e neve bianca, dove Margret sussurra a Oddur: “Se sono nuda sotto il vestito, saprai che ti amo”.

Ci ripenserò a lungo.

Recensione di Elena Gerla

I PESCI NON HANNO GAMBE Jón Kalman Stefánsson

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