GRIDALO FORTE, di James Baldwin (Amos)
John è il figlio del Reverendo Grimes, integerrimo predicatore, devoto fino al fanatismo, severo fino al sadismo: dal ragazzo tutti si aspettano che segua le orme del padre ma crescendo John comincia a interrogarsi su quei valori che la comunità afroamericana gli sta inculcando e si fa forte in lui il desiderio di trovare una Fede che sia una vera esigenza della sua anima, piuttosto che il frutto del terrore in lui suscitato dal burbero genitore, e gli dia anche la forza per affermare se stesso oltre i pregiudizi e il cieco bigottismo che pare soffochi ogni vero slancio di fratellanza e amore.
Inizia così un’analisi psicologica del suo rapporto col padre e con gli altri membri della sua famiglia – l’anticonformista zia Florence, la mite Deborah, il riottoso Roy, l’indifesa Elizabeth – che fornisce così al narratore l’occasione di raccontare, attraverso le vicende dei membri della famiglia Grimes, molte pagine di storia americana segnate dal razzismo e dalle disuguaglianze sociali, insieme a un’attenta disamina del ruolo delle comunità religiose presso gli afroamericani; non si nascondono critiche a un sistema che sembra dare per scontate “Miseria, fame, crudeltà”, in quanto volere divino e non senza peccato appaiono coloro che si presumono “santi”, ma che celano grettezze, bassezze morali, meschinità e debolezze che tentano di occultare dall’alto del pulpito dal quale condannano gli altri.
La narrazione di Baldwin è diretta, potente, la trama è avvincente e la costruzione salda, perfetta per innescare un dibattito sui diritti civili ma anche per coinvolgere completamente il lettore. Non fatevelo mancare.
Recensione di Valentina Leoni
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