CORALINE, di Neil Gaiman
Sinossi
In casa di Coraline ci sono tredici porte che permettono di entrare e uscire da stanze e corridoi. Ma ce n’è anche un’altra, la quattordicesima, che dà su un muro di mattoni. Cosa ci sarà oltre quella porta? Un giorno Coraline scopre che al di là della porta si apre un corridoio scuro, e alla fine del corridoio c’è una casa identica alla sua, con una donna identica a sua madre.
Commento
“Questa è la storia Di uno di noi”
O meglio
Questa è la storia di “ognuno” di noi. Ebbene sì , tutti noi siamo stati Coraline almeno una volta nella vita. Per quello che mi riguarda anche più di una. A tutti sarà capitato di fantasticare su un qualche oggetto di casa, meglio dello sgabuzzino o della cantina, arrivando addirittura a sognarlo la notte in qualche incubo, dal quale svegliarsi era un sollievo. Quando si è giovani, anche i sogni sono più vividi, soprattutto quelli brutti: ci si sveglia, ma il sogno è ancora lì. Da adulta mi accorgo che spesso li dimentico, o comunque non ci penso così a lungo quando mi sveglio.
Coraline si trova in una casa nuova, anzi in una casa vecchia con un mobilio vecchio e zone abbandonate, con i suoi genitori. E’ una casa grande e lei, come tutti i ragazzini, da grande vuole fare l’esploratrice, e quindi passa al setaccio ogni angolo, con la curiosità propria di tutti i bambini. La porta murata è affascinante per chiunque, figuriamoci per una ragazzina di quell’età.
Anche i vicini vecchietti e un po’ strampalati sono oggetto di indagine e attirano l’attenzione di Coraline in maniera precisa e minuziosa.
Cosa succederebbe, però, se ci trovassimo ad affrontare uno di quegli incubi che ci tenevano svegli la notte, con la certezza che non si tratta di un sogno? Al solo pensiero mi viene l’ansia. Ma io non ho più il coraggio e la determinazione dei bambini. Ci troviamo quindi davanti ad un libro che non è consigliabile ad un pubblico adulto, perché gli adulti non sono più disposti ad esplorare la paura e a vincerla.
L’autore va a scavare nell’immaginario più profondo, dove è buio, dove ci sono tutti i nostri “se avessi…”, anche i più gretti. E’ arrivato ancora più in fondo: è arrivato ai nostri “vorrei” che non abbiamo il coraggio di raccontare a nessuno. E ci ha mostrato tutto questo con gli occhi di una bambina che ad un certo punto ci impartisce una lezione di vita che lascia senza parole: “non possiamo avere tutto quello che desideriamo, non funziona così. Se potessimo avere tutto, non avremmo desideri e io non voglio smettere di desiderare”.
Ribadisco: Gaiman ha scritto un libro non adatto agli adulti. E’ troppo sconvolgente…
Per i bambini e i ragazzini, invece, è un’avventura incredibile fatta di indizi, di corse contro il tempo, di coraggio, che solo la loro sensibilità può comprendere fino in fondo.
In certi punti somiglia al cartone animato “la città incantata”, altro capolavoro che un adulto fatica a comprendere, se non con l’aiuto di un bambino.
Lo consiglio a tutti quei genitori in cerca di un libro “vero” per i propri figli.
Recensione di Rita Annecchino
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