CHIAMAMI COL TUO NOME, di André Aciman
Aciman ci presenta un capolavoro ricco di spunti di riflessione, non scontato e nemmeno banale, racconta la fragilità dei 17 anni quando ancora non ci si rende conto di essere carne o pesce, di scelte non facili, di saluti che strappano anche qualche lacrima, di genitori che sanno dare consigli senza essere sfacciati o invadenti.
Diviso in quattro parti, inizia con la presentazione dei personaggi abbastanza schietti e con profili ben evidenziati, una sorta di avvicinamento e schermaglie di inizio. Il tutto condito da descrizioni di un luogo della costa, alla bella maniera di Bassani [Giardino dei Finzi Contini].
L’ultima scena si svolge nel tempo avanti, quando entrambi hanno la propria vita e gli incontri occasionali portano a ricordare l’amore fuggito. Reminiscenze di un vecchio film [Brokeback Mountain] rendono la separazione al limite del dramma, anche se per uno dei due personaggi il ricordo non ha lasciato nessuno strascico.
Difficile non amarlo e impossibile dimenticarlo.
Recensione di Beatrice Rurini
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