BANKSY Carol Diehl

Banksy!, di  Carol Diehl (Carocci – ottobre 2022)

 

Libro meraviglioso, che stupendamente racconta l’arte di “un” Artista così popolare come Banksy eppure così tanto rifiutato dai critici d’arte.

Faccio una collezione di citazioni, che secondo me riassumono pienamente lo spirito e il percorso dell’artista Carol Diehl nella stesura di questo testo.

Un mio commento personale sui libri che in questo ultimo mese ho letto su Banksy e che mi hanno dato un’idea su chi/che cosa si sta parlando, si trova in un mio post precedente che potete leggere QUI .

*ANONIMATO*

“L’aspetto dell’anonimato è che non lascia altra scelta se non quella di concentrarsi sul messaggio, piuttosto che sul messaggero”

“[] la biografia mette in ombra le opere per diventare la cornice mediante cui le osserviamo, cortocircuitando così le nostre reazioni estetiche []”

“Sperabilmente, siamo più complessi dei particolari oggettivi della nostra esistenza: non è la biografia dell’artista, ma il grado in cui la sua arte riesce a focalizzare la nostra esperienza ad entusiasmarci”

*L’ARTE SECONDO BANKSY*

“L’arte, si spera, è un concetto vivente i cui limiti sono in costante espansione. In caso contrario, perché preoccuparsi di farla?”

Citazione di Banksy: “Forse la “scultura” potrebbe divenire abbastanza ampia da abbracciare non solo le installazioni, la performance e l’architettura, ma anche la Street Art”

“Forse sono gli ultimi mille anni di storia dell’arte a essere una devianza, quando l’arte si trasferì all’interno, al servizio delle chiese e delle istituzioni. Ma il giusto posto dell’arte è sulle pareti delle caverne della nostra comunità, dove può fungere da servizio pubblico, provocare dibattiti, esprimere preoccupazioni, forgiare identità. Il mondo in cui viviamo oggi è gestito, almeno visivamente, da segnali stradali, cartelloni pubblicitari e commissioni di pianificazione. Tutto qua?”

“Proprio non può esistere quell’arte che ci fa guardare dentro, che altera il modo in cui percepiamo noi stessi, sia quella che ci fa guardare fuori, cambiando la nostra percezione del mondo?”

“[] nell’opera Banksiana troviamo emozioni che sono “immediatamente evidenti”; e tuttavia non

hanno un’esistenza autonoma, ma fanno parte di una fusione di opposti che richiede di affrontare allo stesso tempo sentimenti contradditori”

“La mia ipotesi è che l’eccezionale popolarità di Banksy presso il pubblico abbia a che fare con la sua capacità di affrontare argomenti controversi in un mondo che, seppure implacabile, risulta anche delicato e divertente, riuscendo così a coinvolgere persone di estrazione e convinzioni diverse nell’interessarsi a degli argomenti di cui altrimenti non si sarebbero magari mai preoccupati. Inoltre lo fa in un modo che non preclude un risultato, ma consente anche la libertà di azione[]”

“I principali bersagli di Banksy sono il capitalismo, l’imperialismo, l’avidità e la guerra, che sfumano in questioni di moralità, responsabilità e sicurezza, valore e valori, leggi e regolamenti [] santità dell’infanzia []”

“[] Un promemoria del fatto che i nostri conflitti da adulti sono una scelta, una nostra scelta”

“Salvo alcune eccezioni [] quelle di Banksy non sono condanne quando rimproveri, proposte di un’alternativa []”

“La maggior parte degli esseri umani può assorbire un limitato numero di immagini orribili prima di distogliere lo sguardo, e in generale uno dei più grandi talenti di Banksy sta nel non usare un randello, ma nello sfruttare la sorpresa e l’arguzia per indurci a prestare attenzione ad argomenti che altrimenti potremmo voler evitare”

Parole di Eleanor Roosvelt: “il ruolo dell’arte è quello di dare conforto a chi è turbato e turbare chi è a proprio agio”

Citazione di Banksy: “Ho imparato per esperienza che un dipinto non è finito quando metti giù il pennello – è allora che inizia. La reazione del pubblico è ciò che fornisce significato e valore. L’arte prende vita nelle discussioni su di essa”

“Banksy, da parte sua, ha chiarito che la Street Art in generale, e il suo lavoro in particolare, assume un significato solo nel proprio contesto originale, e una volta rimosso risulta quindi senza valore, anzi non è più un Banksy[]”

*IL PARERE DEI CRITICI*

“Ovviamente, i critici d’arte non sopportano quando un artista diventa troppo popolare: a parte lo snobismo puro e semplice, che non si può escludere del tutto, questo atteggiamento potrebbe trovare le proprie radici nel lavoro dei teorici politici degli anni 60. Costoro deploravano lo “spettacolo” e la teatralità dell’arte che, dicevano, non lasciando alcuno spazio alla contemplazione attiva riducevano il ruolo dello spettatore a quello di un passivo consumatore di intrattenimento.”

“Concentrandosi esclusivamente sulle immagini e paragonando i frettolosi dipinti a spray sui muri degli edifici con le opere esposte nelle gallerie e nei musei, Saltz e Smith non solo hanno ignorato la storia e le intenzioni della Street Art, ma anche l’essenza di Banksy, i cui lavori sono più simili a un intervento, un’azione, un happening []”

“I critici di Banksy, tuttavia, ne completano inconsciamente l’opera (o passano per idioti) rivelando il modo il cui la lente dell’interesse personale distorce l’osservazione; immersi nella loro stessa narrativa e imprigionati dai loro preconcetti[]”

*IN DIFESA DEI GRAFFITI*

“Dopotutto, l’architettura imposta alle nostre città non risulterebbe forse incompleta senza le imbrattatture anticonformiste di chi la rifiuta?”

“I bricconi sono necessari, sostiene Hyde, perché nessun mondo autosufficiente può innescare il proprio cambiamento profondo, in quanto l’autosufficienza significa che non conosce nient’altro al di là dei propri dati di fatto”

Citazione di Banksy sul brandalismo: “Esistono persone che ti insultano ogni giorno. Si intromettono nella tua vita, ti tirano una frecciatina e poi scompaiono. Ti fanno le boccacce dall’alto dei palazzi, facendoti sentire piccolo. Lanciano commenti irriverenti dagli autobus, che implicano che non sei abbastanza sexy e che tutto il divertimento è da un’altra parte. Appaiono in TV e fanno sentire la tua ragazza inadeguata. Hanno accesso alla tecnologia più sofisticata che il mondo abbia mai visto e la usano per bullizzarti. Sono i Pubblicitari, e stanno ridendo di te. Tuttavia, ti è vietato toccarli: marchi registrati, diritti di proprietà intellettuale e leggi sul copyright consentono ai pubblicitari di dire ciò che vogliono ovunque vogliano, con totale impunità.[] Hanno riorganizzato il mondo per potersi mettere di fronte a te. Non hanno mai chiesto il tuo permesso, non iniziare a chiedere il loro”

*BANKSY E IL MERCATO DELL’ARTE”

Citazione di Banksy: “Quando si visita una galleria d’arte si è solo dei turisti che osservano la vetrinetta dei trofei di qualche milionario”

“[] soldi in cambio di credibilità: è un po’ strano comprare dell’agit-prop per decorare la tua sala da pranzo, scrivono, notando la contraddizione intrinseca del prendere dei gesti radicali e incorporarli in una narrativa che sostiene il capitalismo”

“Il problema di Banksy [] è che nel momento in cui lui cerca di offrire qualcosa a un costo che almeno alcuni veri appassionati d’arte possono effettivamente permettersi, l’opera viene subito accapparrata da speculatori noti come flippers, per essere poi rivenduta a prezzi sempre più elevati”

*BANKSY PER 30 GIORNI A NEW YORK

“Nei trenta successivi, Banksy produsse almeno un’opera al giorno in una qualunque parte dei cinque boroughs della città, a volte con un’audioguida, a volte dando un indizio sulla location. [] Il destino delle immagini, tuttavia, non è mai stato sotto il controllo di Banksy: alcune, come il pezzo di Chinatown, non sono durate neanche 24 ore prima di essere riverniciate; altre sono state protette da un plexiglas, poche rimosse e spedite altrove per essere vendute all’asta, mentre l’ultima è stata trattenuta dalla polizia e non se ne sono avute più notizie.

*DISMALAND”

“In una situazione in cui non esiste un modo “giusto” di fare le cose, non puoi sbagliare, e così a Dismaland: non c‘erano aspettative, nessun modo in cui comportarsi, nessuna esperienza da vivere, e con gli ingressi contrassegnati come “uscita”, a volte dovevi sbagliare per forza. L’assenza di marchi commerciali e di persone che volevano venderti qualcosa a tutti i costi era già di per se’ un sollievo. Era divertente, a volte esilarante; “divertente” non nel senso in cui si smette di pensare a tutti i mali del mondo, ma in in modo che richiede di capirli e andare oltre. Oppure di arrabbiarsi, va bene. Il mondo sta andando all’inferno, quindi tanto vale farsi una risata”

“Dismaland riunì tutte le ansie e le contraddizioni del momento”

*BANKSY A BETLEMME*

“(Il Walled Off Hotel) è una calamita per i turisti e una tappa fissa in molti dei tour ai luoghi santi di Betlemme. L’albergo da’ lavoro a guide turistiche, tassisti, negozi, distributori di benzina, ristoranti e -dato che dispone solo di 8 camere- anche agli altri hotel locali. Aspetto ancora più importante, ha reso consapevoli della situazione politica persone che in precedenza sarebbero entrate e uscite da Betlemme su degli autobus turistici, che vengono raramente fermati al posto di blocco alla frontiera. Oltre a vedere le opere di Banksy nella hall/caffetteria, gli ospiti vengono incoraggiati a visitare la galleria d’arte palestinese e, per una tariffa minima (gratis per i clienti dell’albergo), il museo di tre stanze che racconta la storia del muro”

“La percezione locale è anche influenzata da malintesi. Ad esempio, poiché non tutti sanno che l’albergo è di proprietà palestinese e gestito da palestinesi, alcuni pensano che l’artista stia traendo un beneficio dalle loro disgrazie.”

Citazione di Banksy: “Se ti piace ballare vai a Ibiza, se ti piacciono i muri vai in Palestina. Il muro di separazione è una vergogna. [] La possibilità che trovo entusiasmante è che tu possa trasformare la struttura più invasiva e degradante del mondo nella più lunga galleria di libertà di pensiero e cattiva arte. E mi piace pensare di poter contribuire”

“Un comunicato stampa sull’ormai scomparso sito web del progetto spiegava: vorremmo chiarire che Santa’s Ghetto non è alleato di NESSUNA razza, credo, religione, organizzazione politica o lobby. [] Questa mostra rende semplicemente la mano macchiata di inchiostro in segno di amicizia a gente comune che si trova in una situazione straordinaria. Ogni moneta guadagnata dal negozio sarà utilizzata in progetto locali per bambini e giovani. Non un centesimo andrà a gruppi politici, istituzioni governative o, di fatto, ad alcun adulto”

*CONCLUSIONE*

“Gli interrogativi sollevati da Banksy negli ultimi vent’anni circa gli usi dell proprietà pubblica e privata, il ruolo della “corporatocrazia” globale, le incursioni governative nella privacy, le guerre interminabili e il divario tra le opere d’arte come beni di lusso e come veicoli di espressione sociale continueranno ad essere attuali. Banksy ha trovato la sua maniera per affrontare questi problemi, e ora tocca a noi trovare il nostro: quello che succederà dopo dipende da noi”

Di Benedetta Iussig

Banksy: il più grande artista della street art in due libri

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