AMORE Herman Hesse 

AMORE, di Herman Hesse

Finalmente l’ho scovato. Sapevo di averlo. Lo avevo letto più di 30 anni fa. Eccolo: “Amore” di Hermann Hesse, l’autore tedesco che più di tutti sa parlare d’amore nel senso più ampio, e tuttavia intimo, del termine.
L’amore che offre gioia e dolore nel trepidante percorso dell’accettazione.
Amore, amore e amore.

Non lo sentite anche voi il suo profumo inondarvi le narici, il delizioso gusto percorrervi la gola? Che meravigliosa sensibilità il grande Hermann Hesse riesce a infondere nell’aria!

E scava, scava nei meandri dell’anima, nell’abisso del cuore con quelle parole morbide e soporifere, con i suoi racconti, con la sua poesia, con la sua prosa, così semplice, così genuina, cosi quotidiana.

Trent’anni fa mi innamorai dell’”Amore” di Herman Hesse vivendolo con la struggente vivacità degli ardori giovanili, un tumulto ormonale che ben si addiceva all’idealizzato sentimento. Oggi ho la certezza che l’amore di Hermann non è per tutti. No, no.
Non è per tutti.

Soltanto chi riesce a cogliere nel sibilo del vento, nel sussulto dei fiori, nello svolazzare di una farfalla, nell’odore di una foglia bagnata dalla rugiada, il richiamo di una natura primitiva cerca di spiegare, utilizzando come mezzi la conoscenza e il sapere, il sentimento che infiamma le viscere, quello spasmo involontario di incontrollabili sensazioni.

E no. Non si tratta di un amore passionale e possessivo frutto dei libri di psicologia, si tratta di un amore libero dalle catene dei pregiudizi, dalle forme, dalla fisicità in genere che gli stessi libri di psicologia non possono penetrare e spiegare poiché non possono studiare le emozioni del cuore di un uomo.

Si ama perché si sente di amare, altrimenti è soltanto un gioco inflazionato di ridicoli sentimenti dettati da una società che, nella sua arida concezione sociale, impone l’amore come forma di pietoso buonismo.
L’amore di Hermann è delizioso nella sua sofferenza.

L’amore di Hermann è struggimento; è spremere il cuore per distillarne le gocce, filtrarle dalle scorie della superficialità. L’ amore di Hermann è l’amore verso qualcosa che si eleva al di sopra dello stesso oggetto, persona, cosa o animale, desiderato. Amore per amore che si nutre di se stesso e non si cristallizza nella realtà.

È un amore di smaglianti sensazioni, di immagini, di ricordi e di memorie, di profondità e di intensità, di vittorie e fallimenti, di curiosità viva e sete profonda per questa bizzarra vita, il tutto “radificato” all’interno di ogni essere umano tanto da divenire un valore, sottratto alla legge del tempo,  fondamentale nella ricerca esistenziale.

Vi pare poco? Facile parlare d’amore, difficile, molto difficile provare amore. L’amore non si può imporre, l’amore si deve sentire dentro. Altrimenti è un bluff. Punto. Del resto se non fosse così il mondo sarebbe un Paradiso e non certo quell’infernale purgatorio in cui i muri sono sempre pronti ad ardere di vergogna.

P.s. Una nota specie al racconto intitolato “Iris”. Bellissimo.
Buona lettura.”Ma la cosa migliore non furono quei baci e neppure le passeggiate serali, o i nostri segreti. La cosa migliore era la forza che quell’amore mi dava, la forza lieta di vivere e di lottare per lei, di camminare sull’acqua e sul fuoco”..

Recensione di Patrizia Zara

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