UNA PICCOLA QUESTIONE DI CUORE, di Alessandro Robecchi (Sellerio – marzo 2022)
Un nuovo caso per il nostro Monterossi e per la Sistemi Integrati, la sua agenzia investigativa, nata per sfuggire alla cosiddetta “fabbrica della merda”, cioè il mondo dello spettacolo, che lo ha reso vergognosamente ricco ma lo ha anche reso malinconico per sempre.
Era da un po’ che non seguivo le loro vicende, mi sono persa anche un paio di avventure, poi mi è capitato sotto mano il volumetto firmato dall’autore e non ho ho potuto trattenermi.
E quindi, via con una nuova indagine nella Milano da bere, mangiare, baciare, lettera e testamento!
Dietro la solita Milano dei vip, dell’alta finanza e del lusso si cela tutto un sottobosco di strozzinaggi, di spaccio, di clan e violenza. Eppure qualcosa si muove per amore, anche lì, dove non te lo aspettavi e non se lo aspettava nessuno, nonostante tutto e nonostante tutti. Ma cosa resta? E dove ti porta? Cosa costruisce e cosa distrugge?
E il Monterossi, che nel suo gruppetto è sempre la viola mammola della situazione si chiede cos’è: cos’è ‘sto sentimento che fa muovere il mondo? esiste davvero? e cosa ci fa fare nel suo nome?
Insieme a Falcone, alla Cirrielli, donna tosta e sempre sul pezzo, con gli immancabili sbirri, Ghezzi il saggio e un arrabbiato Carella – direi uno Schiavone più irrisolto e più oscuro – si indaga di brutto stavolta, e si fa sul serio.
Ce la farà il nostro Monterossi a dare una risposta alle sue domande e un sollievo alle sue inquietudini? avvolto nei suoi accappatoi da stra ricco e immerso nelle cene sofisticate cucinate dalla sua fedele Katrina?
Non credo, no. Stavolta proprio no.
E come dice il suo amato Dylan, sa solo che “l’ amore puro spera in ogni cosa, crede in ogni cosa, non stringe lacci, non si introduce furtivamente nella tua stanza, alto, scuro e bello, per catturare il tuo cuore e chiederti un riscatto”. e tutto il resto, allora, cos’è?
Ve lo consiglio per il ritmo, perché va bene anche sotto l’ombrellone e poi perché io come sempre faccio il tifo per lui, il nostro Monterossi, che questa volta ha un “Crazy love” davvero difficile da mandar giù.
Alessandro Robecchi
Una piccola questione di cuore
Recensione di Cristina Acquotti
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