QUESTE OSCURE MATERIE, trilogia di Philip Pullman
1. La bussola d’oro
2. La lama sottile
3. Il cannocchiale d’Ambra
Questa è una saga davvero, davvero particolare e non mi stupisce – leggendo i libri – le proteste di molti gruppi cristiani dopo l’uscita del film (che ha contribuito a bloccarne la produzione).
La presa di posizione dell’autore contro la chiesa e la sua interferenza sulla vita delle persone è infatti chiarissima.
La sua è una visione agnostica, forse deista in alcuni punti, ma la cosa che proprio non può accettare è la limitazione della libertà e della conoscenza.
Persino la magia in questo fantasy così particolare a volte non funziona. L’unica magia che può esistere nella sua visione è la scienza che non ha ancora trovato una spiegazione logica.
“- ma, e se il tuo Daimon si stabilizza in una forma che non ti piace?– Be’, diventi uno scontento, non ti pare? A un sacco di gente piacerebbe avere per daimon un leone, e vanno a finire con un barboncino. E fino a quando non imparano ad essere soddisfatti di quello che sono, sono destinati a rimanere degli irrequieti. Un vero spreco di energie”“La chiesa ha cercato di reprimere e controllare tutti gli impulsi di natura. E quando non riesce a controllarli, li amputa”“Ma la terra della morte non è un luogo di premio o un luogo di castigo. È il luogo del nulla”
“Avevo la sensazione che qualcosa in cui loro credevano ardentemente dipendesse dal fatto che io portassi avanti qualcosa in cui invece non credevo affatto”
Recensione di Lara Castellini
QUESTE OSCURE MATERIE, trilogia di Philip Pullman
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