PER AMORE SOLO PER AMORE Pasquale Festa Campanile

PER AMORE SOLO PER AMORE, di Pasquale Festa Campanile (Bompiani)

per Amore solo per amore P. F. Campanile

La storia della sacra famiglia è nota a tutti i frequentatori più o meno assidui di prediche domenicali. Non è noto però come questa famiglia abbia preso forma e come la coppia abbia agito la sua genitorialità su un figlio affatto semplice da gestire. Pasquale Festa Campanella ci racconta la sua personalissima versione che potrebbe ricalcare una realtà che purtroppo nessuno ci potrà mai confermare. Ci racconta di un Giuseppe tombeur de femmes che tra una vedova e una giovinetta incontra una Maria bambina. Una Maria dal carattere allegro e per niente remissivo, a tratti accostabile ad una bulletta di quartiere, fastidiosa presenza nella bottega di un giovane adulto che da ricco figlio del possidente Giacobbe si trasforma, per sfuggire alle invidie dei fratelli meno sciupafemmine, in un falegname talentuoso ma squattrinato. Maria diventa grandicella e ad un occhio esperto come quello di Giuseppe non può certo sfuggire la sua bellezza.

Mentre lui è allergico ai legami stabili, lei invece pretende che quella attrazione diventi subito matrimonio e così sarà. I due si fidanzano, ma Maria deve però andare ad assistere l’anziana Elisabetta che deve partorire e si separano, contro la volontà ( premonitrice?) di Giuseppe. Al suo ritorno Maria sarà incinta del famoso Spirito Santo e Giuseppe, pur non avendo nozione di questo, decide di assumersi la responsabilità di una paternità non sua, per amore, solo per amore. I due in viaggio per Betlemme per il censimento incontreranno tre crocifissi e Maria sentirà dentro da subito lo strazio che dovrà affrontare. Nasce qui Gesù, biondo con gli occhi azzurri, chiaramente figlio di un idraulico dell’epoca che si rivela sin da subito arrogante ed impertinente. Si diverte a fare scherzi a Giuseppe, che pur non sapendolo, non sentirà mai come vero padre: lo userà come cavia per l’apparizione e la sparizione di oggetti e la moltiplicazione di cibo che Giuseppe capofamiglia non riesce a portare in tavola.

Lo batterà in tornei di bocce imbrogliandolo sul risultato finale con mosse strategiche non frutto della più fine tattica, ma di un miracolo prestato all’ ordinario. Maria, anche lei vittima dell insolenza del giovane non oserà mai contraddirlo, consapevole del destino che lo aspetta, grata di viversi tutti i momenti con questo figlio che l’abbandonerà per un genere umano che ad oggi è ancora definibile indegno di Lui.

Una storia tragica ed insieme comica, come è la vita di ognuno, narrata dal fedelissimo Socrates, servo che non lascerà mai Giuseppe fino all’ ultimo dei suoi giorni. Una storia che ci insegna che anche se sei il padre acquisito di Nostro Signore il karma ti punisce e ti fa vivere un matrimonio bianco.
Vincitore del Premio Campiello nel 1984, nel 1993 diventa un film grazie a Giovanni Veronesi. Un film carino da vedere, magari oggi, Epifania dell’ anno 2022.

Recensione di Francesca Pozzo

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