Meglio il libro del film – SHINING, di Stephen King – Kubrick 1980
Un paio di settimane fa conoscevo la storia dell’Overlook Hotel solo per sentito dire. Infatti non avevo nemmeno mai visto il film.
Di King ho già letto ‘Carrie‘ alle scuole medie mentre ho provato a leggere ‘Le notti di Salem‘ l’anno scorso. Purtroppo ho abbandonato il secondo romanzo a metà, non sono proprio riuscita a finirlo. Essendo uscito al cinema la trasposizione di ‘Doctor Sleep‘ ho dunque deciso di avvicinarmi a ‘Shining’ partendo dal libro del 1977 e poi guardando il film di Kubrick del 1980.
Il romanzo di King è stato spettacolare e conturbante. In effetti rimpiango di non averlo letto anni fa. Mi sono immersa nella storia fino alla punta dei capelli. Ho amato l’acume di Danny, le lente, sempre più vaneggianti elucubrazioni di Jack, la lungimiranza e l’ansia di Wendy. E poi tutto ciò che riguarda l’aura (nel film chiamata luccicanza) che permette a Danny e Halloran di percepire pensieri, avvenimenti e spiriti in un tempo continuamente intersecano.
Poi ho guardato il film e…mi son resa conto che i libri invecchiano decisamente meglio con il passare del tempo. Sono una ragazza di 25 anni che ha visto per la prima volta un film del 1980 nell’anno 2020.
Non sono oggettiva nel giudicarlo, certamente, ma è abissale la differenza con il libro. Tutta l’intelligenza e la perspicacia di Danny nel libro non sono neanche accennate nel film. In più sembra che lui sia schizofrenico mentre nel libro si intende perfettamente che ha delle trance e delle intuizioni. Wendy è scialba: non parla, non interagisce mentre nel libro è sempre all’erta e segue con costante apprensione Jack cercando di scuoterlo, di capire e di parlare con Danny.
E il finale…capisco l’intento di sottolineare la circolarità del tempo ma non mi convince.
Tuttavia Jack Nicholson ripaga delle differenze, questo è indiscutibile.
Il romanzo invece rientra sicuramente tra i migliori che ho letto! Ci sono così tanti temi importanti e intensi. Se fosse solo soprannaturale o solo follia sarebbe un conto. Il libro però mette a nudo ogni ragionamento, ogni giudizio, ogni preoccupazione dei protagonisti e, soprattutto, dell’antagonista.
Un capolavoro meritatissimo!
Recensione di Rossana Bandi
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