
L’UOMO CHE METTEVA IN ORDINE IL MONDO, di Fredrik Backman
Non conoscevo né il libro né l’autore.
La sua scelta, frutto di un gioco di complicità a distanza con un Amico, in una notte di piena Estate: al buio, per entrambi, reale e metaforico.
L’acquisto, immediato, la mattina seguente. Come la lettura.
A colpirmi subito, la dedica “A Neda. È sempre per farti ridere. Sempre.”: acqua, per me assetata.
E più che una dedica, diventa una promessa, mantenuta.
Entro nella storia di Ove, il protagonista, e nel suo mondo del Dovere, rispettandone le regole e le sue tentate soluzioni ad una vita avuta in dote senza un rassicurante manuale di istruzioni, ma con l’eredità di poche, solide, certezze, essenziali.
E invece che grigia, la trovo di tutti i colori delle emozioni, a cui non ha saputo dare voce.
Mi ritrovo dondolata senza fatica e con leggerezza tra i capitoli dall’altalena “passato-presente e futuro?”, tra occhi che sudano e tante risate improvvise, ad attraversare la Vita, le sue domande senza risposta e le tante risposte a portata di mano, per chi sa guardare, dentro.
E se manca un manuale di istruzioni, il libro fornisce una chiave possibile e necessaria: l’incontro.
Buona lettura, a chi vorrà.
P.S. C’è anche un gatto in questo libro. Protagonista, come solo un gatto potrebbe essere.
Recensione di Enrica Piermattei
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