LEZIONI, di Ian McEwan (Einaudi – febbraio 2023)
Non sta a me dirlo, un po’ perché non posseggo gli strumenti critici necessari, un po’ perché non mi piace fare classifiche.
Soprattutto, ci sono alcuni titoli che ancora non ho avuto occasione di leggere (“Amsterdam” è da anni sul comodino della mia immaginazione).
Detto ciò, credo che “Lezioni”, uscito giusto qualche giorno fa, sia il più bel libro di McEwan.
E’ un uomo come tanti, Roland Baines, un po’ poeta, un po’ insegnante di tennis, pianista part-time. Lo seguiamo nel corso degli anni, in un mosaico di ricordi costruito con minuzia e dovizia di particolari. La sua vita si srotola sul tavolo del tempo e intercetta alcuni avvenimenti che hanno segnato la storia recente – dalla crisi missilistica del 1962 a largo di Cuba alla caduta del Muro di Berlino, dal disastro nucleare di Chernobyl alla pandemia da Covid-19.
E’ la Storia che si intreccia con le vite dei personaggi, rendendo questi ultimi più che tridimensionali. E’ la quarta dimensione, per dirla con le parole dello stesso McEwan: la dimensione del personaggio attraverso il tempo.
Roland si ritrova da solo alle prese con il “mestiere di padre”, da quando sua moglie Alissa ha improvvisamente lasciato lui e il figlio appena nato. La incontrerà anni dopo, scrittrice di fama internazionale. Alissa è riuscita laddove sua madre aveva fallito, sacrificando la possibilità di una affermazione personale in nome di una famiglia (commovente il momento in cui, leggendo il libro che Alissa ha scritto e che le ha regalato la fama di più grande scrittrice tedesca vivente, Roland si rende conto di avere per le mani un capolavoro e quasi si sente di perdonarla per aver lasciato lui e il neonato Lawrence. Tutto in nome di un libro così ben scritto).
La ruota di pavone dei ricordi di Roland si dispiega in tutta la sua ampiezza, dall’infanzia in un accampamento militare in Libia all’adolescenza in Inghilterra, poi i viaggi in Germania nei luoghi d’infanzia di Alissa e l’esperienza da nodo alla gola di trasportare libri e dischi proibiti ad alcuni amici che vivono dall’altra parte del Muro.
La sua intera esistenza sembra ruotare attorno a un ricordo in particolare: la sua iniziazione sessuale (così diversa da quella “Educazione sentimentale” raccontata da Flaubert) ad opera della sua insegnante di pianoforte, che lo ama di un amore folle e malato, amore che Roland quindicenne si sente di ricambiare.
Ci vorranno circa quarant’anni prima che Roland arrivi a chiamare quell’esperienza con il suo nome: abuso sessuale. Sarà quello, con ogni probabilità, il momento che darà luogo ai successivi eventi importanti della sua vita, nelle relazioni con le altre persone, negli sguardi dentro sé stesso. Le decisioni, le scelte, gli abbandoni, i rinvii, tutto prenderà le mosse da quel preciso momento.
Per sapere cosa ne sarà dei taccuini di un Roland ormai anziano, così come degli altri numerosi incontri con la Storia, dei viaggi in lungo e in largo per l’Europa, della storia della Rosa Bianca, del secondo matrimonio di Roland e di tanti e tanti altri episodi della sua vita, basterà aprire queste pagine e lasciarsi trasportare dall’incedere di una prosa netta e precisa, oserei dire scientifica. Perché pochi scrivono come McEwan, e questo è un fatto.
“Quella era la sua nuova splendida vita. Ne era lusingato, si sentiva l’orgoglioso depositario di un privilegio. Mentre i suoi amici si facevano bastare sogni e battute, lui li lasciava indietro, superava la linea dell’orizzonte, poi l’invisibile soglia successiva, e il successivo orizzonte. Era convinto di aver raggiunto una condizione trascendente che la maggior parte di loro non avrebbe mai conosciuto”.
Recensione di Valerio Scarcia
LEZIONI Ian McEwan
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