LEONARDO DA VINCI. Il mistero di un genio, di Barbara Frale (Newton Compton Editori – marzo 2021)
Adagiato su una base storica, l’autrice è effettivamente una storica del Medioevo, il romanzo che ci presenta Barbara Frale risulta per lo più mera immaginazione.
Tuttavia se si considera come tale, ossia un romanzo di narrativa dalle forti tinte di libera e astratta elaborazione, senza la pretesa di scovarvi certezze sulla vita giovanile del grande, illustre genio italiano, allora possiamo considerarlo come una lettura piacevole e leggera, addirittura fresca, soprattutto nei dialoghi, considerato il periodo trattato.
Sebbene si sia scritto e si continua a scrivere tanto su Leonardo da Vinci è sempre interessante “leggerlo” nell’interpretazione fantastica di chi ne ha fatto, e ne fa, il protagonista di storie, colmando con fervida immaginazione i punti oscuri della vita di questo genio rinascimentale che fa parte ormai nell’immaginario collettivo.
Il libro della Frale è un thriller medioevale/rinascimentale in cui la Chiesa è la padrona degli uomini e delle loro anime; è il tempo delle grandi cattedrali erette dai signori più per rimarcare il loro potere agli occhi di una Chiesa vogliosa di materiale riconoscimento che per la gloria del Signore; ma è anche una storia d’amore che gioca sulle ambiguità sessuali del giovane Leonardo ancora distante dal considerarsi maestro e genio. Siamo lontani dall’ Uomo di Vitruviano!
In un continuo e quasi inarrestabile tumulto di lotte, congiure e delitti efferati fra potenti – Lorenzo il Magnifico e Ludovico il Moro – fra Firenze, Milano, Urbino e Venezia, sotto la severa e stretta sorveglianza della Chiesa e la sua Inquisizione, il giovane Leonardo, bislacco e timoroso, si troverà nel mezzo di una illecita ricerca di manoscritti considerati alquanto scomodi ma che, comunque, susciteranno allo stesso – già mente avida di conoscenze e di curiosità – non poco interesse: testi sulla trasmigrazione delle anime, la vita oltre la vita. Pergam!
“Voi volete esplorare l’ignoto. Andare oltre ciò che si sa e che è lecito divulgare”
Lungo il percorso che lo porterà dalla terra natia alla sontuosa Milano, Leonardo sarà accompagnato da un fiduciario di Ludovico il Moro con l’incarico di reclutare artisti da tutta l’Italia.
Tale giovane (mistero dei misteri) dal nome maschile Lisandro Dovara, tanto affascinante quanto ambiguo, risulterà determinante per il nostro Ser Leonardo tanto da condizionare (almeno da ciò che si deduce da tale romanzo) la sua vita futura e, soprattutto, darà una nuova impronta alla sua arte pittorica: “Ebbe su di me uno strano effetto sin dall’inizio, e l’impressione che ne ricevetti fu un calore potente, violento, epidermico”.
E già quanti affascinanti congetture girano attorno su quell’incantevole sorriso immortalato a olio in una tavola di legno di pioppo di cm77x53. Già, il cuore magico dell’arte!
Per concludere, lungi dal considerarlo un grande romanzo, si legge con il gusto di “vedere” una discreta fiction tv in cui il protagonista, ser Leonardo da Vinci, nelle vesti dell’io narrante, racconta la sua irrequieta giovinezza -segnata dall’incapacità di liberarsi dalla paura di non essere legittimato e dalla calunnia di sodomia- coinvolto in un intrigo tanto possibile quanto chimerico in tutti i sensi.
Buona lettura.
“È proprio la paura che vi sta intrappolando. La vostra arte ne risente molto: siete pieno d’inventiva, ci sono dentro di voi idee straordinarie che vorrebbero esplodere come fuochi d’artificio. Voi glielo impedite, nel timore di non essere accettato. Così restate aggrappato alla tradizione. A una consuetudine vecchia che non vi piace, e che per giunta vi pesa come un macigno. La vostra anima non si è liberata. La vostra arte non riesce a volare!”
Recensione di Patrizia Zara
LEONARDO DA VINCI. Il mistero di un genio Barbara Frale
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