LE INTERVISTE DEL PASSAPAROLA DEI LIBRI – Libreria LEGGERMENTE Firenze

Libreria Leggermente Fi

IL PASSAPAROLA DEI LIBRI ha intervistato Alessandra Raddi della Libreria Leggermente di Firenze

Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?

La Libreria Leggermente nasce nel 2015 a Firenze nel Viale Talenti, proprio davanti all’omonima fermata della tramvia.

La mia è una piccola e classica libreria di quartiere che tratta narrativa di varia e che molti clienti ritengono ben fornita. L’ho aperta da quasi quattro anni e mi piace pensare che stia diventando un buon presidio culturale nella zona.

L’idea di aprire una libreria mi è venuta cinque anni fa quando, consultando degli annunci in cerca di lavoro, ho visto che stava chiudendo una libreria all’Isolotto e che il proprietario cedeva l’attività. Direi che è stato come un fulmine non programmato né previsto. Sono laureata in lettere e lingue straniere, la lettura è sempre stata la mia compagna di viaggio nella vita e ha avuto sempre un ruolo importante; mi sono confrontata con la mia famiglia e abbiamo contattato il libraio che cedeva l’attività.

Così è iniziata: buttandomi quasi nel vuoto, con incoscienza, ma devo dire che adesso sono soddisfatta dei risultati raggiunti, anche se sopravvivere è dura e non si deve mollare mai.

 

Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?

Libreria Leggermente FirenzeLa mia è essenzialmente una libreria di quartiere, ed è l’unica che tiene letteratura di varia in una zona molto popolosa anche se popolare. I clienti quindi rappresentano le casistiche più varie, famiglie, ragazzi, anziani, lettori forti che leggono di tutto, dalla saggistica ai grandi classici, quelli che amano la narrativa di novità, molti che amano farsi consigliare, altri che i libri li regalano.

Dato che ho un settore per bambini e ragazzi  ben fornito  molta richiesta viene anche da loro e dalle scuole del quartiere che ormai cominciano a conoscermi e mi chiedono di collaborare per le loro  iniziative culturali.

Poi ci sono le presentazioni di libri, i corsi e le serate a tema che organizzo durante l’anno e anche quelle sono un bel punto di contatto con i lettori e il quartiere.

 

 

Lettori si nasce o si diventa?

Bella domanda, mi verrebbe da rispondere: entrambe le cose.

C’è chi nasce lettore pur non vivendo in un contesto intellettualmente stimolante, a prescindere dall’estrazione sociale. Qualche genitore, non tutti ma sempre troppi, è dell’idea che gli insegnanti diano troppo da leggere con la scusa che ci sono anche le altre materie, come se la lettura non venisse percepita come importante e fondamentale per la formazione emotiva, logica e culturale dell’individuo. Spesso, sono loro stessi a confessare di non avere tempo per leggere; ma non è detto che sia la verità. Il tempo per fare le cose che ci piacciono a volte deve essere necessariamente ricavato.

I bambini che hanno genitori che leggono hanno buonissime probabilità di diventare lettori essi stessi.

Libreria Leggermente FirenzeC’è un generale abbassamento della qualità dei romanzi diretti ai cosiddetti young adult, che sono sempre più semplici non solo di contenuti ma anche nello stile. Non voglio entrare nel merito, ma chi si abitua a leggere testi di questo tipo troverà sempre più difficile la lettura di un classico benché moderno, come per esempio Buzzati o Calvino che sono ancora ampiamente letti nelle scuole.

Le scuole qui intorno si impegnano molto a suggerire anche letture contemporanee, di autori emergenti qualche volta, e vedo che i ragazzi apprezzano. È un buon segno e una pratica che le famiglie dovrebbero assecondare. La lettura va anche motivata.

Certo è che sicuramente lettori si può diventare tutti a tutte le età. Dipende molto dalle necessità personali. Certo il lavoro iniziale paziente dei genitori e dell’ambiente è fondamentale. I bambini leggono per emulazione, se vedono leggere i grandi, se vivono in un ambiente in cui gli adulti leggono.

Si può iniziare a leggere partendo dai fumetti di Topolino e Paperino. Importante è l’abitudine a sfogliare e a concentrarsi su  immagini e storie che non siano in movimento perenne.

 

Essere librai nel 2019: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?

 Sono libraia da poco tempo, con molta passione e con poca esperienza.

Libreria Leggermente Firenze
La Libreria Leggermente in Piazza dei Ciompi in trasferta.

Da qualche anno a questa parte  Firenze ha visto la chiusura di un gran numero di librerie, molte delle quali erano delle meravigliose librerie storiche, riducendo la città ad averne solo una decina  in tutto contando anche quelle di catena. Ultimamente però qualcosa sta cambiando e negli ultimi tre o quattro anni sono nate in controtendenza alcune nuove librerie indipendenti che hanno trovato spazio e identità  nei vari quartieri periferici della città dove i prezzi per gli affitti sono più bassi e la vicinanza con il territorio è più sentita e che stanno diventando dei veri e propri punti di riferimento culturale.

Forse è proprio questo che cominciava a mancare al mestiere di libraio negli ultimi anni, essere un punto aperto di riferimento culturale, un luogo dove poter parlare di libri e condividere opinioni, partecipare a tavole rotonde letterarie e a presentazioni di libri con gli autori

Per riuscire ad arginare l’offerta caotica delle grandi catene cerco di differenziarmi garantendo la migliore qualità possibile della proposta culturale; ogni singolo titolo viene scelto con cura da me e da David che è il mio fidato collaboratore e per poter far questo si è reso necessario conoscere molto bene il panorama editoriale e affinare  sensibilità e gusto personale di scelta.

E poi fare il libraio oggi non prescinde dal saper gestire i social, curare tutti i canali pubblicitari messi a disposizione, lavorare a stretto contatto con le scuole e con le amministrazioni di quartiere, saper usare tutte le procedure messe a disposizione dalle pubbliche amministrazioni.

E’ un mestiere estremamente complesso.

 

 

Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?

 Libreria Leggermente FirenzeE’ inutile demonizzare o respingere la realtà. Essere lettori forti e al contempo fortemente social è sicuramente difficile (un post, o un articolo sul web raramente richiedono più di una decina di minuti di lettura, mentre un romanzo ne richiede sicuramente di più, oltre a un coinvolgimento emotivo ben diverso), ma non impossibile. Il rischio è che uno dei due approcci comunque prevalga sull’altro. A questo proposito, suggerisco di leggere “Il Cerchio” di Dave Eggers, che dipinge piuttosto bene cosa stanno diventando i social in questo momento storico.

Per quanto riguarda la libreria, come ho accennato prima qualsiasi attività e quindi anche quella del libraio non può prescindere dall’utilizzare e dall’essere presente online, noi ad esempio abbiamo, oltre a un sito web, anche una pagina Facebook e Instagram molto attiva. E’ un lavoro in più ma vale la pena.

 

Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come Il caso di Harry Quebert o la Saga dei Cazalet, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?

Sicuramente i quattro libri di Kent Haruf hanno avuto un successo strepitoso e continuano ad averne   meritandoselo completamente perché sono dei veri gioielli e sono fra quelli che noi continuiamo a consigliare con successo.

Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?

 Sicuramente c’è molta attesa per Sette rose a settembre, ultimo romanzo di De Giovanni che i lettori si aspettavano di veder pubblicato appunto a settembre e che invece è stato rimandato al 2019. Non vediamo l’ora di leggerlo!

In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alle lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?

Libreria Leggermente FirenzeIo penso che i ragazzi oggi riescano a fare tante cose contemporaneamente e come descrive molto bene Michele Serra nel suo libro “Gli sdraiati” riescono da sdraiati sul divano a rimanere contemporaneamente iperconnessi con gli amici ad ascoltare musica nelle cuffie, fare ricerche su internet e molte volte anche a studiare, ma gli adulti ancora non se ne sono resi conto.

Lettori quasi sempre si diventa e prima di diventare lettori adulti siamo bambini e poi ragazzi, e un grande ruolo formativo in questo senso lo hanno non solo le famiglie ma anche le scuole e gli insegnanti il cui compito principale dovrebbe essere quello di trasmettere curiosità e passione.

Io nel mio piccolo cerco di dare una mano collaborando quanto più attivamente possibile alle attività sulla lettura delle scuole  primarie ma anche superiori, cerco di avvicinare i ragazzi ai libri organizzando letture in libreria, partecipo a iniziative nazionali di promozione della lettura come “Io leggo perché” nell’ambito della quale quest’anno ho organizzato una riuscitissima passeggiata letteraria di alcune classi per le vie del quartiere.

Per rispondere alla domanda se potrebbe esistere una strategia da parte del mondo editoriale per creare un’offerta migliore io mi sento di dire che siamo in un momento nel quale c’è una grossa offerta letteraria e penso che le case editrici e tutto il mondo dell’editoria italiana non possa proporre di più di quello che sta proponendo perché il problema, se esiste un problema, sta più alla base ed  è di natura culturale e di tranquillità sociale.

 

Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?

Io vendo libri di carta e per ora non la percepisco particolarmente minacciosa. Mi rendo conto che gli ebook in alcuni casi offrono dei vantaggi che la carta non può offrire, come il facile trasporto in viaggio quando una valigia piena di libri può essere un problema non da poco.

Forse in Italia il ruolo della lettura digitale è ancora relegato a questa funzione e io romanticamente voglio pensare che il fascino e il calore di un libro di carta non potrà essere sostituito a breve.

Consigliate un libro, secondo voi imperdibile, ai nostri lettori.

Uno solo? Secondo me Steven King è un maestro di psicologia in molti casi da proporre nelle scuole, tutti i libri di Peter Cameron sono meravigliosi, i racconti brevi di Alan Bennet sono comicamente surreali, mentre Exit e Uomini nudi della Bartlett sondano la parte più scura e intima dell’animo umano. Andando indietro nel tempo fino all”800 consiglio di leggere tutti i romanzi di Wilkie Collins che oltre ad avere un fondo di umorismo vittoriano descrivono magistralmente luoghi  e personaggi senza annoiare mai, poi naturalmente assolutamente da leggere tutti gli autori russi e qui mi fermo perché potrei monopolizzare altre due pagine.

Insomma queste non sono domande da fare a un libraio, altrimenti va a finire che queste interviste durano non una pagina ma decine!

 

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

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