L’ABBAZIA DI NORTHANGER, di Jane Austen
Recensione 1
Catherine Morland è una diciassettenne campagnola, con una grande passione per i romanzi gotici; un giorno una premurosa vicina di casa la invita ad accompagnarla in vacanza a Bath, dove la ragazza inizia a muovere i suoi passi in società, viene invitata ai suoi primi balli e partecipa agli eventi mondani della cittadina, conoscendo così un giovane che accende le sue fantasie di lettrice consumata.
La visita a una vecchia abbazia dall’atmosfera suggestiva convince la fanciulla di trovarsi al centro di una trama simile a quelle dei suoi amati libri…
Riuscita e godibile parodia del romanzo sentimentale e gotico, generi che all’epoca di Jane Austen incontravano il favore del pubblico, l’Abbazia di Northanger si segnala per la forte dose di ironia con cui la scrittrice tratteggia Catherine, fanciulla ingenua e di poca cultura ma sincera e spontanea, eroina suo malgrado di un’avventura che esiste solo nella sua testa, decisamente lontana dalla granitica virtù di una Pamela o dalla salda tempra delle protagoniste della letteratura gotica, per rimanere nell’ambito letterario del romanzo; con altrettanto efficacia e gusto satirico viene rappresentata la borghesia inglese a cui appartengono gli altri personaggi del libro, pe comporre un quadretto estremamente vivido e non di rado spassoso.
Considerato, a torto secondo me, un’opera minore della scrittrice inglese, L’abbazia di Northanger è uno di quei libri dei quali non ci si stanca mai, poiché è arguto e ancora fresco nello stile e nella concezione.
Consigliato a tutti i lettori amanti dei classici e ai cacciatori di citazioni: il libro, infatti, fa sovente riferimento ad altre opere del periodo, primo tra tutti I misteri di Udolpho, di Ann Radcliffe uno dei titoli più importanti del genere gotico che qui viene garbatamente preso in giro.
Recensione di Valentina Leoni
Recensione 2
Si può raccontare una storiella, con una trama inesistente e nessun colpo di scena e realizzare un vero gioiellino? Si può prendere in giro la propria eroina dall’inizio alla fine del libro, tanto da rendercela cara come la cuginetta scema, e risultare irresistibile? E si può fare tutto questo con uno stile impeccabile e una modernità che tanti contemporanei si sognano?
Jane Austen può! Questo e molto di più!
L’abbazia di Northanger è la storia di Catherine, non particolarmente bella o brillante, né tantomeno ricca, che a 17 anni si reca in vacanza a Bath con amici di famiglia. Qua conosce un bel giovanotto e la sua dolce sorella, che annoverano tra i numerosi pregi la dimora familiare in una antica abbazia. Il massimo per una giovane fanciulla appassionata de I misteri di Udolpho, e convinta che non possa esistere antico scrittoio senza doppio fondo o torre abbandonata senza passaggio segreto. Quindi come resistere all’invito a trascorrere qualche tempo in loro compagnia?
La Austen scrive una vera e propria parodia del romanzo sentimentale e del romanzo gotico tanto in voga alla fine del ‘700. E lo fa con una acutezza e un’eleganza che non ha pari. L’ho letto nella traduzione di Elena Grillo, perfetta! Mi sono divertita moltissimo, leggetelo, ne vale la pena.
Recensione di Elena Gerla
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