LA CRUNA DELL’AGO, di Ken Follett
È sempre una piacevole sorpresa la rilettura un libro di spessore come questo. Follett è bravissimo nel costruire trame articolate che non lasciano al lettore il tempo di annoiarsi; il romanzo è caratterizzato da una profonda credibilità delle situazioni presentate, tanto da indurre il lettore ad immedesimarsi nella storia e con i vari personaggi.
Non c’è un solo tema narrato che prevalga sugli altri, è un romanzo storico di spionaggio durante la seconda guerra mondiale quando manco’ poco perché il mondo cadesse sotto la svastica nazista.
Quella guerra non si è combattuta solo per mare, per terra e nei cieli ma gran parte della strategia politica si è basata sulla capacità di decifrare I messaggi in codice e le spie giocavano un ruolo strategico nello scoprire I piani segreti dell’uno e dell’altro schieramento.
Erano infatti state istituite unità speciali che si dedicavano solo a queste funzioni e delle quali facevano parte studiosi vari, matematici esperti nella soluzione di enigmi; era infatti un momento fondamentale della guerra, gli inglesi stavano preparando il D-day lasciando trapelare alle spie tedesche una grande disponibilità di mezzi e uomini che in realtà non aveva, I tedeschi da parte loro, informati dell’intenzione dello sbarco sul continente ma non ne conoscevano il luogo.
Ecco, quindi che il ruolo di una formidabile ed intelligente spia tedesca poteva fare la differenza. Questa sfida tra spie, delatori e doppiogiochisti ha uno sfondo triste, un’atmosfera cupa e desolante perché tutti sono consapevoli del momento difficile dalle conseguenze inimmaginabili, l’incertezza del momento, priva il mondo della speranza nel futuro.
Si tratta di tre storie, tre esistenze che alla fine si incroceranno in un finale in crescendo: la spia tedesca, il cacciatore di spie e Lucy una giovane donna forte e coraggiosa che nulla aveva a che spartire con la politica, la guerra, gli intrighi ma in quel momento viene risucchiata nel gioco di spionaggio e non può uscirne senza aver svolto un ruolo attivo e determinante. I temi dell’incertezza del futuro, il tradimento sotto forme diverse da quello politico, al depistaggio a quello amoroso sono il filo conduttore del romanzo.
Non ci sono eroi, nessuna celebrazione ma solo uomini e donne costretti a lottare per la sopravvivenza del proprio mondo e coinvolti in avventure o situazioni terribilmente reali che rendono tutto ancora più credibile.
Recensione di Patrizia Franchina
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