INCASTRATI  John Grisham Jim McCloskey

INCASTRATI, di  John Grisham Jim McCloskey – (Storie vere e incredibili di condanne ingiuste) – (Mondadori – novembre 2024)

John Grisham mi rimanda a quel periodo della mia prima adolescenza quando cominciavo ad affacciarmi su una narrativa più “adulta” e sperimentavo autori come Harris, Follett, Smith e lo stesso Grisham appunto: di lui avevo apprezzato tanto “Il cliente” e “Il momento di uccidere” (non meno riuscito il film omonimo) ma poi lo avevo un po’ lasciato da parte pur riconoscendogli un grande valore come autori di thriller a sfondo legale. Questo titolo però mi introgava troppo per il tema trattato e ho deciso di procurarmelo….e devo ammettere che ne è valsa veramente la pena. Scritto a quattro mani con Jim McCloskey, sfruttando la sua esperienza con il gruppo Centurion che da anni si occupa di individui ingiustamente detenuti, questo libro raccoglie 10 storie vere (cinque per autore) di persone che hanno subito accuse, processi e condanne ingiuste (e non sempre con lieto fine), ricostruendo gli antefatti, i metodi di indagine, le implicazioni sociali e l’iter processuale; tutto questo, beninteso, in forma sintetica e con una prosa scorrevole che non cade nella trappola dei tecnicismi nè in un’eccessiva approssimazione.

Arricchiscono i singoli racconti testimonianze dei diretti interessati e di tante figure coinvolte, oltre alle contestualizzazioni storiche e sociali, il tutto finalizzato a dare un quadro il più completo possibile non solo dell’evento in sè ma più in generale di tutta la problematica. Vi posso garantire che ogni storia è un vero e proprio pugno nello stomaco, fatto di processi senza prove, “intuizioni” delle forze dell’ordine che non tengono conto degli alibi, false testimonianze di criminali in cerca di sconti di pena, razzismo da una parte e dall’altra e chi più ne ha più ne metta. Questo libro non è solo una raccolta di storie drammatiche-perché anche quando arriva una sorta di lieto fine ha un sapore particolarmente amaro- e purtroppo vere e documentate, ma l’affresco impietoso di un sistema giudiziario troppo spesso frettoloso e superficiale e basato più sulle pressioni interne ed esterne che sulle evidenze. Chiudo dicendo che questo testo mi ha fatto seriamente pensare, magari sbagliando, che tutto sommato non mi dispiace vivere in un paese dove ci saranno tanti errori giudiziari w tante condanne ingiuste, ma almeno non c’è la pena di morte!

Recensione di Enrico Spinelli

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