Intervista a Luigi Torriani, titolare della Libreria Torriani di Canzo (CO)

Intervista a Luigi Torriani, titolare della Libreria Torriani (Canzo – Como)

 

Intervista n. 280

Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?

 

La Libreria Torriani, che si trova a Canzo, in Provincia di Como, nasce nel 2010.  È una libreria generalista e di servizio, molto radicata nel territorio. Oltre ai libri, abbiamo anche una sezione dedicata alla musica, con vinili e cd, e una sezione dedicata al cinema con i dvd.

Oltre a me (Luigi), che sono il titolare, in libreria lavora anche Massimo Autieri, libraio e autore di libri di poesie. Inoltre danno un grande aiuto mia mamma Liliana e la mia fidanzata Camilla, che cura le nostre pagine social, il blog e le pagine Facebook e Instagram.

Organizziamo anche presentazioni di libri ed eventi culturali sia in libreria sia nelle biblioteche comunali dei paesi limitrofi.

 

 

 

 

 

Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?

 

Un pubblico molto eterogeneo, che si arricchisce nel periodo estivo dei non pochi villeggianti milanesi e brianzoli che soggiornano – soprattutto ad agosto – nei vicini borghi del Triangolo Lariano.

 

Lettori si nasce o si diventa?

 

Lettori si diventa e non è mai troppo tardi per diventarlo. È importante scegliere i libri giusti per sé e in relazione al frangente esistenziale che si sta attraversando. Quando mi capita di consigliare un libro “azzeccato” e la persona mi ringrazia dicendomi che ha riscoperto il piacere della lettura che aveva dimenticato da tempo, o che addirittura l’ha assaporato per la prima volta, capisco che diventare lettori ha soprattutto a che vedere con la scelta dei libri giusti e con la formazione di un proprio gusto. Questa considerazione mostra, tra l’altro, la rilevanza delle librerie indipendenti che forniscono dei buoni consigli, di solito migliori rispetto ai generici suggerimenti creati online con l’AI.

 

Essere librai nel 2025: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?

 

A parte l’incremento della burocrazia, piaga che colpisce il mestiere di libraio come praticamente ogni altro mestiere in Italia, ci sono stati degli interventi legislativi specifici per il settore del libro che hanno aperto delle nuove opportunità. Sto parlando da una parte della Carta del Docente e della 18 App (poi però ridotta nella sua portata con la trasformazione in Carta della Cultura e del Merito), e dall’altra parte dei Decreti per il sostegno alle Biblioteche (Decreto Franceschini prima e Piano Olivetti adesso). Queste iniziative hanno creato dei nuovi canali di vendita alle biblioteche e hanno dato un impulso agli acquisti di libri da parte degli insegnanti e dei giovani. Detto ciò, non credo che sia cambiato nella quotidianità il rapporto tra librai e lettori: anzi direi che librai e lettori si caratterizzano per una forma di amore o di affetto nei confronti di questi intramontabili oggetti che sono i libri, vestigia analogiche che sanno ancora farci emozionare in un mondo ipertecnologico e iperconnesso.

 

Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?

 

I social sono fondamentali per noi come veicolo di promozione pubblicitaria. Abbiamo un blog e delle pagine facebook e instagram, molto utili per segnalare le nuove uscite e per parlare delle nostre iniziative culturali. Certamente si può essere “social” continuando a essere lettori, ma temo che un uso eccessivo di queste piattaforme riduca nelle persone la propensione a leggere libri, sia per una questione empirica (chi passa due ore al giorno a controllare le notifiche sul telefono non ha tempo per leggere libri) sia per ragioni di tipo psicologico (perché abituarsi a un certo tipo di fruizione rapida e compulsiva di video, immagini e messaggi fa perdere la voglia e la capacità di mettersi seduti con calma a leggere un libro). Detto ciò, e confidando nel fatto che le persone sappiano fare un uso moderato e sano dei social, dal punto di vista di una libreria stiamo parlando di un canale pubblicitario fenomenale.

 

 

 

 

Il graphic novel sta acquisendo sempre più spazio nelle librerie, cosa ne pensate di questo fenomeno?

 

È  un fenomeno interessante, che esprime molto bene la valorizzazione del libro anche come oggetto estetico. Accanto al mondo del graphic novel in senso stretto, è importante sottolineare – contestualmente – la crescita del settore dei manga, che attira anche un pubblico giovane e giovanissimo.

 

Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come I leoni di Sicilia e La portalettere, per citarne alcuni, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?

 

I leoni di Sicilia” e “La portalettere” sono degli ottimi romanzi, e lo stesso vale per casi analoghi come “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valérie Perrin. In generale credo che questi “tormentoni” o “libri di culto” siano quasi sempre, con rare eccezioni, dei libri ben scritti e ben congegnati. Resta aperta però, indubbiamente, una domanda: perché alcuni (pochissimi) libri hanno questo successo dirompente, mentre altri libri di qualità e di pari interesse non vengono adeguatamente notati dal pubblico? Perché proprio quei precisi libri diventano dei bestseller? Bisognerebbe fare un’analisi caso per caso, considerando le tematiche e le corde toccate da un certo libro, il lavoro editoriale e pubblicitario che è stato fatto, gli “influencer” che hanno contribuito a renderlo virale, ma non tutto si può spiegare. C’è sempre un fondo di imperscrutabilità e di imprevedibilità alla base di questi casi di “effetto valanga”.

 

 

Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?

 

Se lo sapessi aprirei io una casa editrice e lo pubblicherei subito! Mi piacerebbe, da appassionato di saggistica, avere dei “tormentoni” che non siano sempre – come invece capita di solito – dei romanzi.

 

In molti, sul nostro gruppo FB, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alle lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?

 

Le ragazze leggono tanto. C’è un pubblico ampio di giovani lettrici di romance, fantasy e storie d’amore. I ragazzi leggono meno. Ci sono adolescenti molto appassionati di singoli generi (manga, gamer e videogiochi, youtuber e tiktoker, fantasy, fantascienza, sport, gialli, avventura), ma – per mia esperienza – è più difficile avvicinare ai libri il pubblico adolescente maschile rispetto a quello femminile.

Credo che la scuola e gli insegnanti possano svolgere un ruolo importante per avvicinare i giovanissimi al piacere della lettura, proponendo la giusta scelta sia di classici sia di libri contemporanei, sempre con l’obiettivo di rendere la lettura non solo formativa ma anche piacevole.

 

Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?

 

Sono un amante dei libri cartacei e anche dei giornali di carta. Non ho nulla contro gli eBook e i libri digitali, ma faccio un altro mestiere e ho un’altra visione della lettura. Detto ciò, quando una quindicina di anni fa furono lanciati in pompa magna gli eBook in Italia, si diceva che questo sarebbe stato il futuro del libro e che il cartaceo sarebbe morto nel giro di pochi anni. Ad oggi questo non è avvenuto, e credo non avverrà. La digitalizzazione è un processo utilissimo e fondamentale in molti ambiti, ha migliorato enormemente il lavoro nelle aziende e l’efficienza dei processi produttivi, ma non credo offra esperienze interessanti nel mondo del libro.

 

Consigliate tre libri (editati negli ultimi anni), secondo voi imperdibili, ai nostri lettori, motivandone la scelta.

 

– “Canti di guerra” di Stefano Nazzi (Mondadori), che è la storia della malavita milanese degli anni Settanta, un libro di storia davvero appassionante, un saggio che si legge come un romanzo.

– “California. La fine del sogno” di Francesco Costa (Mondadori), un libro molto interessante sulla Silicon Valley, che fa capire che non è tutto oro quel che luccica.

– “Il mistero della cascata” di Giovanni Cocco (Piemme), un bel giallo ambientato nel nostro territorio (la cascata del titolo è la Vallategna, che delimita il confine tra Canzo e Asso e segna l’inizio della Vallassina e della parte settentrionale del Triangolo Lariano)

 

 

 

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