IL CAPPELLO DEL PRETE, di Emilio De Marchi (San Paolo)
Anno del Signore 1875. Napoli e dintorni. Il barone Carlo Coriolano di Santafusca ama il gioco d’azzardo e le belle donnine, per questi suoi “passatempi” si è ridotto pieno di debiti e sta rischiando anche la prigione. Il prete Cirillo non è nemmeno lui una bella persona. Avaro, meschino, si è arricchito con il prestito del denaro e con una pratica inusuale per un uomo del clero: predice i numeri del lotto, ma solo a chi gli garba. Più di qualche persona vince e grida ingenuamente al miracolo. Filippino, un povero fabbricante di cappelli, ridotto in miseria, lo supplica di rivelargli una terzina vincente e il prete lo accontenta.
Per ricambiare il favore, il cappellaio gli regala un cappello nuovo nuovo,” fatto apposta per il signor Vicario, ma gli è tornato troppo stretto…”. Il Vanitoso Don Cirillo accetta e se lo mette in testa per andare ad un fatale incontro con il Barone di Santafusca, che gli propone un affare nella sua decadente villa. E il cappello sarà il fulcro di tutto il racconto, passa di mano in mano, diventerà addirittura famoso. L’autore snoda un racconto che è una mescolanza di giallo, commedia alla De Filippo e farsa tinta di umor nero. Uno stile che, se pur leggermente datato, è brillante, veloce, e la trama, ricca di fatti e descrizioni fedeli all’ambiente fine secolo di Napoli, tiene avvinto il lettore fino all’ultima pagina. Vi ho ritrovato, con piacere, la bella letteratura italiana.
Questa vecchia edizione, è arricchita da un’ottima introduzione molto esplicativa relativamente al romanzo e alle opere dello scrittore.
Consigliatissimo.
Recensione di Carla Maria Cappa
IL CAPPELLO DEL PRETE Emilio De Marchi
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