GLI INTRAMONTABILI: La Macchina del Tempo, di H. G. Wells
Siamo a Londra negli ultimi anni del 1800. Un bizzarro inventore (che la voce narrante chiama fin da subito “il Viaggiatore nel tempo”) annuncia ad un gruppo di conoscenti di aver inventato una macchina che è in grado di esplorare la quarta dimensione. Grazie a questa macchina sarebbe possibile viaggiare nel tempo. Nessuno gli crede. Una settimana dopo, presso la casa del Viaggiatore del tempo, a cena, si organizza una specie di appuntamento dimostrativo. Il nostro ospite si presenta in condizioni pietose ma vuole rubare qualche ora al meritato riposo per raccontare la sua incredibile avventura.
Egli ha viaggiato nel tempo ed è appena rientrato dopo non poche vicissitudini. Si è spinto nel lontanissimo futuro, nell’anno 802.701 d.C. Qui scopre che la specie umana si è divisa in due nuove specie molto diverse. Ci sono gli Eloi, piccoli umani gentili, una specie di elfi, che amano il sole e sono vegetariani e che accolgono il nostro Viaggiatore amichevolmente. In particolare una di loro, Weena gli si affeziona; ci sono poi i Morlock che vivono sottoterra, odiano la luce e escono di notte per cacciare gli Eloi di cui si nutrono. C’è quindi un mondo a due facce: quello diurno degli Eloi fatto di sole, splendidi paesaggi naturali dove la natura è stata trasformata in una specie di giardino, eliminando via via quello che non serviva, e quella degli odiati Morlock che vivono al buio in grotte e cunicoli e sono esseri ripugnanti alla vista.
I Morlock rubano la macchina del tempo al nostro Viaggiatore appena questi è arriva. Non sto a raccontare tutto il libro. E’ evidente fin da subito che il primo viaggio finisce “bene” o almeno che il viaggiatore riesce a tornare visto che è lui a raccontarci il suo pellegrinare nel tempo (che prevede nel finale un paio di veloci soste in un futuro ancora più lontano, ai limiti della presenza della vita sulla Terra).
Dopo aver raccontato la sua esperienza ai sui increduli ascoltatore il Viaggiatore intraprende un nuovo viaggio nel tempo e non da più notizie di sé.
Un libro dallo stile tipicamente ottocentesco, forse un po’ troppo lento ma chiaramente da contestualizzare. Il periodo in cui è stato scritto era caratterizzato da un grande interesse nei confronti della fantascienza, del futuro, della modernità e anche la tematica dei viaggi nel tempo diventò un tema classico di romanzi e film di genere.
Un tema davvero affascinante ma il libro di Wells offre anche diverse allegorie e chiavi di lettura alternative. Nelle due specie di umanoidi che si combattono nel lontano futuro si possono agevolmente individuare le classi sociali, operaia e borghese, con tanto di dettagli.
Recensione di Stefano Benucci
GLI INTRAMONTABILI: La Macchina del Tempo H. G. Wells
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