GLI INTRAMONTABILI: ANNA KARENINA, di Lev Tolstoj
Nel giorno di S. Valentino, festa di tutti gli innamorati del mondo, ho terminato la lettura de “il capolavoro assoluto della letteratura del XIX secolo”, come lo ha definito Nabokov nel suo libro “Lezioni di letteratura russa”.
E il mondo letterario mi è apparso sotto una luce diversa.
“Anna Karenina” ha suscitato in me una valanga di sentimenti oscillanti tra l’amore e l’odio, tra il tedio e la letizia, tra la leggerezza e la responsabilità.
In “Anna Karenina” Tolstoj sembra dirci “je ne vous ferais grâve de rien”. Ed infatti non ci ha risparmiato nulla. Ha speso tutto il suo ingegno letterario nell’osservazione e nella ricerca dei minimi particolari. I grandi temi politici, sociali ed economici esposti dal grande scrittore russo attraverso i suoi personaggi vengono affrontati in maniera dettagliata e competente e girano attorno alla struggente storia d’amore tra la bella Anna Karenina e l’affascinante Vronskij e a quella più convenzionale, ma non per questo meno intensa, tra la soave Kitty e il rusticano Levin.
Non ha risparmiato nulla descrivendoci con un costrutto accurato e minuzioso l’ipocrita società zarista, il difficile dilemma dell’economia rurale russa ostile, per sua natura, alle riforme e al progresso, il conflitto psicologico e mistico dei personaggi.
Lo stile è talmente realistico tanto da dare la sensazione al lettore di partecipare attivamente alle conversazioni dei oziosi salotti aristocratici o sentire l’odore del grano e della segale delle vaste tenute e il puzzo etilico dei mugik, di percepire la sofferenza della bella Anna oppure il doloroso percorso religioso di Levin.
Tutto è chiaro, lineare, limpido, esageratamente cristallino.
Un vero capolavoro che si ama per la peculiarità delle scene lunghe e sofferte e, nel contempo, si odia per lo stesso identico motivo perché è tutto incredibilmente reale e onesto da fare male.
Un capolavoro senza tempo.
Non mi prolungo più di tanto poiché tutto il mio commentare risulterebbe superfluo e artificioso
“Anna Karenina” è uno di quei romanzi che vanno letti almeno una volta nella vita, assimilati e interpretati con la profonda sincerità d’animo. Punto
Recensione di Patrizia Zara
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