FORMULE MORTALI Francois Morlupi

FORMULE MORTALI, di Francois Morlupi

 

 

 

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Recensione 1

E siamo vincitori di un altro premio prestigioso “Miglior giallo della Capitale”!

Agosto romano, caldo torrido, la vita nella capitale è meno frenetica, molti sono in vacanza.
In questa calma apparente un efferato delitto si compie a danno di un professore universitario di fisica, torturato brutalmente e ucciso con il sistema medioevale dell’impalatura. Sul luogo una sola scritta, la formula che ha rivoluzionato completamente il XX secolo, scritta proprio con gli arti della vittima: E=mc2.
Inizia una corsa contro il tempo, brancolando nel buio che vede coinvolto il Commissario Ansaldi e gli uomini della sua squadra.
Una squadra a prima vista un po’ sgangherata: lui perennemente colpito da crisi di panico e in totale dipendenza dagli ansiolitici, appassionato di arte, quella vera, quella che mira alla Bellezza nel senso più alto del termine.
Tre uomini, tre giovani ispettori:
un devoto padre di famiglia, Caldara, un po’ succube della moglie che non comprende il suo lavoro;
un giovane latin lover, Leoncini, che colleziona flirts con donne meravigliose;
un appassionato di fantacalcio e cinema coreano, Di Chiara, che si punzecchia spesso e volentieri con il collega macho.
E infine il Vice Commissario: Eugénie Loy, una ragazza italofrancese che vive in un mondo tutto suo, che ha problemi a relazionarsi con gli altri, primi fra tutti i suoi colleghi, legata al suo superiore da un rapporto di stima quasi paterno.
Amante della buona lettura, una citazione del libro la descrive alla perfezione: Les gens les moins sensibles sont les plus heureux (Chamfort).
La trama è avvincente senza dubbio. Finisce un capitolo e non vedi l’ora di iniziare l’altro. Il ritmo è scandito dagli omicidi seriali legati da un filo conduttore che tiene il lettore col fiato sospeso in un crescendo di tensione sapientemente intervallata da episodi di vita quotidiana dei protagonisti. Protagonisti che non sono supereroi all’americana ma persone vere, genuine, concrete, con i loro limiti.
Il finale lascia sgomenti, atterriti, consapevoli che il male insito nell’uomo è così radicato nella sua storia da non conoscere fine.

Recensione di Cristina Costa

 

Recensione 2

Ho deciso di rileggere il primo libro di Morlupi che vede come protagonista la squadra di investigatori del commissariato di Monteverde, perché in questo romanzo, in modo particolare, vengono delineate le personalità dei personaggi, che mi faceva piacere richiamare alla memoria. Ma anche la storia è degna di attenzione perché tratta alcuni problemi che caratterizzano la nostra società ormai molto tecnologica. Inoltre prima di affrontare l’ultimo libro della serie voglio un rinfrescarmi la memoria con i primi due libri che ho letto da un bel po’.

 

 

Il titolo deriva dalle tre formule trovate accanto ai corpi straziati di tre persone uccise dopo essere state torturate, tre professori di materie scientifiche. Tre omicidi avvenuti in piena estate, due di questi avvenuti a Roma ed uno in Corsica, che ci immergono in situazioni dove si mischiano strumenti di tortura, simboli religiosi, il conflitto tra scienza e religione, il tutto condito con una immersione nel mondo del dark web e con il terribile fenomeno dello “snuff movie”, cioè l’uccisione di un essere umano ripresa da telecamere e destinata a un pubblico disposto a pagare per soddisfare i propri impulsi di vizio e perversione.

 

 

 

Ed in questa realtà agghiacciante e così poco conosciuta si trovano ad operare i nostri personaggi, con le loro caratteristiche e le loro problematiche del tutto particolari: a cominciare dal commissario Biagio Maria Ansaldi, un omone più grosso che alto, solitario ed introverso, con la mania dell’ordine e che combatte le proprie fobie imbottendosi di farmaci per placare la sua ansia. Il suo vice, l’enigmatica Eugénie Loy, mezza italiana e mezza francese, che sembra incapace di provare sentimenti, con una freddezza ed una tristezza che nasconde una estrema fragilità, è una donna che si butta a capofitto nel lavoro, senza tregua né riposo. E poi ci sono Di Chiara e Leoncini, legati da una bella amicizia anche se così diversi per carattere e per interessi. Ed infine Caldara, il più paziente ed il più tranquillo, che si divide tra il lavoro ed una famiglia molto amata ma un po’ trascurata.

Un bel romanzo dì esordio, ironico e scorrevole, per questo scrittore che negli ultimi tempi sta raccogliendo un discreto successo.

 

Recensione di Ale Fortebraccio

FORMULE MORTALI Francois Morlupi

 

 

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