DIETRO I PARAVENTI, di Pierre Turcotte (Mursia)
“…era tempo di spogliarsi di quei ruoli stucchevoli che avevamo interpretato troppo a lungo, per abitudine, per inerzia o, magari, per convenienza”
Non è il primo romanzo di Pierre Turcotte che mi capita di leggere.
Dopo “Il biglietto sbagliato” che ho trovato abbastanza piacevole, mi sono trovata tra le mani il romanzo che mi appresto a recensire.
Pierre Turcotte ha la capacità di iniziare i suoi romanzi con un incipit che sembra proseguire su una narrazione prettamente psicologica del o della protagonista, mentre, sorprendendoci, sfocia in un vero e proprio giallo dalle tinte forti.
I due generi si mescolano dando vita a un intreccio interessante e avvincente, pieno di sorprese e colpi di scena non soltanto a livello corporeo ma anche psichico.
Nel “Dietro i paraventi” la protagonista è una donna di nome Gabriella che sino alla prematura morte del marito Vincent viveva nella sua casa a Milano passivamente e indifferentemente. In poche parole si lasciava trascinare dagli eventi senza sentimenti di gioia o di dolore.
Tuttavia, dopo la dipartita dell’uomo che ha sposato per inerzia e che credeva di conoscere, il suo modus vivendi subirà un notevole e inopinato capovolgimento che ha inizio con la visita inaspettata di una misteriosa donna, accompagnata da un grande cane nero, giunta da un’isola oltreoceano (Haiti).
Da quel giorno la sua vita non sarà più la stessa. Si apriranno porte a lei sconosciute fra sentimenti, gioie e dolori, e mistero.
Capirà cos’è l’amore, il trasporto, la solidarietà ma, di conseguenza, aprirà il Vaso di Pandora che sino allora mani intime e traditrici tenevano sigillato. E lotterà contro se stessa e contro ogni forma di falsità e ipocrisie in onore della verità.
La nuova Gabriella, spogliandosi delle vecchie vesti, aprirà finalmente gli occhi su un mondo completamente nuovo.
In una terra lontana dallo smog, dai fumi e dal grigiore della nebbia, in una terra ancora primitiva bagnata dal mare, inondata di profumi e dove aleggiano sortilegi arcani e spiriti benigni Gabriella rinascerà come un Araba Fenicia.
Il romanzo si legge con molto piacere perché è avvincente e ben scritto e presenta anche un’interessante originalità mistica ma non posso non “rimproverare” all’autore un eccesso di eventi complottistici (giallo) e naturali che diluiti in un brevissimo lasso di tempo perdono profondità e veridicità nelle azioni.
Nondimeno, riporto qui di seguito una piccola nota dello stesso autore nella quale chiarisce come nascono i suoi romanzi, ottenendo simpaticamente il mio “perdono” di lettrice.
“Giallo per caso”
I miei romanzi non vengono quasi mai progettati per essere dei gialli.
Lo diventano strada facendo.
Tra gli strati sovrapposti della trama (quello psicologico, quello sentimentale, quello storico, quello evolutivo), come un filo sottile, l’elemento giallo riesce a sostenere l’armonia degli elementi.
Alla fine, la soluzione del mistero non è quasi mai l’aspetto centrale dell’epilogo, ma il tocco invisibile del sarto che quel filo sottile ha saputo rendere sorprendente e indispensabile”
Recensione di Patrizia Zara
IL BIGLIETTO SBAGLIATO – Pierre Turcotte
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