CAPOLINEA MALAUSSÈNE Daniel Pennac

CAPOLINEA MALAUSSÈNE, di Daniel Pennac (Feltrinelli – marzo 2023)

Ecco qua il capolinea dell’avvincente saga dei Malaussène, che mi ha accompagnato per circa quarant’anni nella mia vita di lettrice che aspettava con ansia l’uscita di un nuovo libro che ci continuasse a raccontare le vicissitudini del più amato capro espiratorio della letteratura. Ed in questo capitolo finale, in una moltitudine di personaggi- in cui anche chi ha seguito tutte le tappe della saga rischia di perdersi un po’, specie se la lettura di quei libri non è vicinissima nel tempo (ma per fortuna ci salva il repertorio finale in cui ci vengono presentati in un breve riepilogo tutti i personaggi che hanno allietato le nostre letture).

Daniel Pennac ci parla, in maniera più approfondita, della “mamma della tribù Malussene, la donna attorno a cui ruota tutta la famiglia, che pure ritroviamo con tutti i suoi componenti: da Julius, il cane dall’odore pestilenziale, identico negli anni ma solo uno dei molti che si sono succeduti negli anni, a Il Piccolo, ancora con i suoi occhiali rosa, ma adesso importante astrofisico e decisamente non più piccolo, visti i suoi 198 centimetri di altezza, ma anche Clara che forse fotografa un po’ di meno e Verdun che è diventata una giudice, Jeremy che è diventato un neurochirurgo ma non ha perso l’abitudine consolidata di scegliere il nome di tutti i componenti della tribù ed infine Benjamin, che lavora ancora alle Edizioni del Taglione ma che qui appare decisamente defilato, anche se resta il mitico capro espiatorio!

E ci sono i nipoti che fanno parte della nuova generazione della famiglia, che in quest’ultimo libro svolgono un ruolo di primo piano: Mara detta Maracuja, la figlia di Thérése, ed E’ un angelo detto Nange, figlio di Clara, ed infine Signor Malaussène, detto Sigma, figlio di Benjamin. Ma non mancano anche personaggi nuovi come il cattivissimo Nonnino, uno spietato gangster che, affiancato da ladri e delinquenti di tutte le fasce sociali, impersona perfettamente il Male e le cui azioni si intersecano in maniera complicata con quelle della tribù.

Con il suo solito stile ed il suo caustico umorismo Pennac ci coinvolge come al solito in una storia un po’ assurda e caotica, facendoci sorridere e riuscendo ancora una volta a sorprenderci svelandoci particolari che non conoscevamo della vita di alcuni componenti della famiglia

Recensione di Ale Fortebraccio

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